La notizia della morte di Raffaella Carrà, arrivata 24 ore fa, ha addolorato tutta Italia. I tanti messaggi di cordoglio giunti da più parti (tra il mondo dello spettacolo, della cultura, ma anche della politica e dello sport) dimostrano come la “regina della televisione italiana” sia stata amata trasversalmente nel nostro Paese. E non solo. Basti pensare a come le televisioni e i giornali spagnoli abbiano dedicato spazio alla triste vicenda. Purtroppo, Raffaella Carrà è solo l’ultima dei grandi artisti italiani che ci hanno già lasciato in questa prima parte dell’anno solare 2021. Davvero un bilancio amarissimo quello che esce da questo giro di boa.
Tra gli artisti che sono scomparsi negli ultimi due mesi, oltre a Raffaella Carrà, è impossibile non ricordarsi di Carla Fracci. La celeberrima étoile era morta a fine maggio, a 84 anni, dopo avere lottato per tanto tempo con un tumore che aveva deciso di affrontare con coraggio e strettissimo riserbo. La sua incredibile carriera, iniziata alla scuola di ballo della Scala di Milano, l’aveva poi portata ad esibirsi nei teatri più prestigiosi del mondo. Tra i personaggi a cui ha dato nuova vita spiccano Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini. E, soprattutto, Giselle. Cui, forse, si lega Carla Fracci nell’immaginario collettivo italiano e non solo.
Un altro grave lutto per la musica e la cultura italiano ha riguardato anche Franco Battiato. Malato da tempo, si era ritirato a vita privata dal 2017, dopo un incidente domestico in cui si era fratturato femore e bacino. Era poi deceduto lo scorso 18 maggio nella sua residenza siciliana di Milo. Aveva inciso profondamente sulla vita del Paese, con un lunghissimo elenco di brani (tra i quali vanno almeno citati “La cura”, “Centro di gravità permanente”, “Voglio vederti danzare”) entrati a far parte del bagaglio comune e collettivo della cultura nazionale.
Dicevamo di Raffaella Carrà e di Carla Fracci. Ma c’è anche un’altra grande donna è stata portata via da questo terribile 2021: Milva. La “Pantera di Goro” fu un’artista a tutto tondo: oltre alla musica (celebri le canzoni “Alexanderplatz”, “Sono felice” e la riedizione di “Bella ciao”), la cantante “Rossa” si dedicò anche al teatro (collaborando in particolare con Giorgio Strehler). Negli anni ’80, poi, fu protagonista anche in televisione e diede vita a una fortunata collaborazione con lo stesso Franco Battiato. Nel 2004, quindi, cantò alcune liriche della grande poetessa Alda Merini.
Come poi non ricordare le note sulle quali si ballava il liscio: Raoul Casadei ne è stato l’indiscusso “Re”. Intere generazioni di italiani hanno cantato e si sono esibite con brani indimenticabili come “Romagna mia”, “Ciao Mare” e “Simpatia”. Il Covid, ahinoi, ha ucciso il 13 marzo, quando aveva 83 anni, un’altra grande icona del ballo: come del resto fu anche Raffaella Carrà. Pochi giorni prima (2 marzo), un altro addio doloroso ha riguardato Claudio Coccoluto, celebre dj e innovatore della club culture. Aveva 58 anni ed era diventato il capostipite di una generazione di disk jockey italiani che avrebbero fatto poi la storia del clubbing, della dance music e della house.
Nello stesso giorno dell’annuncio della morte di Carla Fracci, per una terribile coincidenza arrivò anche quello di una delle sue maestre e prime sostenitrici: Luciana Novaro. Fu infatti colei che scoprì il suo talento quando muoveva i primi passi nella danza. La ballerina e coreografa si era spenta a Milano all’età di 98 anni. Tra le altre cose, Novaro aveva diretto il Corpo di Ballo della Scala dal 1962 al 1964 e dell’Arena di Verona dal 1968 al 1972.
Erriquez, frontman della Bandabardò (tra le più importanti band folk rock italiane, da lui fondata l’8 marzo 1993) morì lo scorso 14 febbraio all’età di 60 anni. La band, il cui nome è un omaggio all’attrice Brigitte Bardot, ha collaborato con alcuni importanti artisti della scena musicale italiana come: Paola Turci, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Patty Pravo e i Modena City Rambles. Veramente troppo presto se n’era andato Michele Merlo. Cantante, già concorrente di X Factor e di Amici, aveva 28 anni ed era stato colpito da un’emorragia celebrale scatenata da una leucemia fulminante.
Una menzione doverosa meritano anche Riccardo Cioni e Paolo Isotta. Il primo è stato uno storico deejay toscano, protagonista indiscusso della disco music a cavallo degli anni Ottanta che ha segnato un’epoca: quella di discoteche storiche, alcune delle quali oggi non ci sono più. Il secondo fu una delle più autorevoli voci della musicologia italiana. Autore di alcuni dei più importanti saggi sui massimi compositori italiani (da Paisiello a Rossini, da Donizetti a Verdi). Un suo articolo fortemente critico nei confronti del direttore d’orchestra Daniel Harding e (indirettamente) di Claudio Abbado gli costò il divieto di entrare al Teatro alla Scala dopo che l’allora sovrintendente, Stéphane Lissner, lo dichiarò “persona non gradita”.
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