È morto Claudio Coccoluto,
dj italiano tra i più amati al mondo

Lutto nel mondo della musica: è morto a 58 anni Claudio Coccoluto, celebre dj e innovatore della club culture. A darne notizia è il Corriere della Sera nella mattinata di martedì. L’artista si è spento nella notte, nella sua casa di Cassino, dopo una lunga malattia.

Claudio Coccoluto morto a 58 anni, la reazione di amici e colleghi

Immediata la reazione di colleghi e amici. Tra questi lo storico socio Giancarlo Battafarano, in arte Giancarlino, che con Coccoluto aveva fondato il Goa Club di via Libetta, a Roma. “Se ne va il maestro più grande e l’amico di sempre – le parole riportate dal CorSera –. Ha dato cultura alla musica nei club come dj e artista fuori dal coro. Sempre pronto a metterci la faccia con i media sia per gli aspetti gioiosi sia per i problemi del nostro settore. Con lui se ne va una parte di me”.

Il giornalista e conduttore tv Andrea Vianello, su Twitter, ha sottolineato come la notizia della morte di Coccoluto sia arrivata in una giornata importante per il mondo della musica italiana, la serata d’apertura del Festival di Sanremo. Un mondo lontano rispetto alla club culture, ma che il celebre dj riusciva spesso a ‘far suo’ nei mix che proponeva ai fan.

Claudio Coccoluto, una vita per la musica

Originario di Gaeta, dov’era nato il 17 agosto del 1962, Coccoluto esordì speaker di una delle prime emittenti private, Radio Andromeda, nel 1978, prima di avvicinarsi al mondo del clubbing e diventarne parte importante già negli anni ’80. Si affermò rapidamente grazie alla sua capacità di adattare al suo profilo musicale diversi generi, diventando il capostipite di una genearazione di dj italiani che avrebbero fatto poi la storia del clubbing, della dance music e della house. Nella sua carriera, Coccoluto ha suonato inoltre in club di rilevanza internazionale come il Sound Factory Bar di New York o il Ministry of Sound di Londra.

Dall’alto della sua esperienza, Coccoluto è stato un punto di riferimento per il settore durante il primo lockdown, sensibilizzando la politica e l’opinione pubblica. “Chi fa clubbing è un volano culturale per i movimenti giovanili, finora l’approccio delle istituzioni è stato riduttivo: sia il governo sia il Mibact ancora non definiscono un ruolo definitivo per questo comparto, nonostante muova un indotto enorme – aveva dichiarato un una delle sue ultime interviste, a maggio 2020 -. La mancanza di interesse e di sussidi crea una condizione pericolosa, i professionisti dovrebbero arrivare vivi a un’ipotetica data di riapertura che nessuno ancora conosce, mentre devono pagare l’affitto e le bollette”.

Sergio Rovasio: “Aveva raggiunto il suo ritmo”

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Era sicuramente una persona positiva, amabile. Quando lo incontravamo era sempre sorridente, mai scontroso, nonostante lo stress di vita, che non era facile: viveva di notte, aveva una famiglia, ma nonostante questo aveva raggiunto il suo ritmo”, ricorda Sergio Rovasio, amico di Coccoluto e membro del Partito Radicale. “Dal punto di vista politico è stato vicino ai Radicali, lo incontrammo negli anni Novanta e non ci siamo più lasciati. Portava il divertimento, quello con la D maiuscola. Ha portato la musica underground ovunque, con la responsabilità dell’impegno sociale. Si batteva soprattutto per i diritti civili“, aggiunge.

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