Franco Battiato è morto: grave lutto per musica e cultura italiana

Un lutto terribile scuote il mondo della musica e della cultura italiana. A 76 anni è infatti morto Franco Battiato, nella sua residenza siciliana di Milo. Era malato da tempo e si era ritirato a vita privata dal 2017, dopo un incidente domestico in cui si era fratturato femore e bacino. Come la sua famiglia ha voluto rendere noto, i suoi funerali avverranno in forma privata.

Franco Battiato: un mostro sacro della cultura italiana

Cantautore colto e raffinatissimo, fine sperimentatore, Franco Battiato (nato a Ionia, vicino Catania, il 23 marzo 1945) assurse alla fama nazionale già tra gli anni ’60 e ’70 interrompendo la propria attività solo nel 2019. Ma si trattava di un artista totale, dato che nel corso della sua lunga vita si cimentò anche in campi profondamente diversi da quello della musica.

Attivo dal 1965, produsse ben 42 album (30 dei quali incisi in studio). Decine i premi accumulati nel corso dei decenni, tra cui tre Targhe Tenco. E anche la Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte, consegnatagli al Quirinale il 2 aprile 2003. Dal 26 maggio 2004, inoltre, Franco Battiato era anche Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Una ulteriore prova di quanto avesse inciso sulla vita del Paese. Con un lunghissimo elenco di brani (tra i quali vanno almeno citatiLa cura‘, ‘Centro di gravità permanente‘, ‘Voglio vederti danzare) entrati a far parte del bagaglio comune e collettivo della cultura nazionale.

Dalle canzoni di protesta a mille sperimentazioni

Profondamente siciliano (catanese per la precisione), la sua primavera artistica si consumò a Milano. Decisivo l’incontro con Giorgio Gaber, grazie a cui ottenne il primo contratto discografico. Negli anni ’60 si fece conoscere come cantautore di protesta, per poi spaziare sempre più grazie a una profondissima cultura e un desiderio di sperimentare che gli permise di fissare sempre il suo sguardo ben oltre l’orizzonte. E così Franco Battiato propose al grande pubblico generi allora poco esplorati: dalla musica etnica, all’opera lirica, fino a diventare uno dei primissimi grandi nomi italiani a cimentarsi nell’elettronica.

Ciò avvenne in grande anticipo sui tempi, già a partire dai primissimi anni ’70. E così, oltre al ricorso al sintetizzatore, Franco Battiato propose brani concettuali e krautrock, raffinati e rivoluzionari, profondissimi e minimalisti. Eppure incredibilmente popolari. Tra gli strumenti a cui diede spazio figurano fiati, oboe, violoncello, mandola, calimba e piano preparato. Più un violino ben presto divenuto ampiamente riconoscibile nella sua opera, affidato alle sapienti mani di Giusto Pio. Profondamente spirituale, si avvicinò a fine decennio alla mistica sufi. Questa esperienza lo portò a scrivere quella Centro di gravità permanente divenuta poi una sorta di manifesto della sua produzione. Negli stessi anni la sua ‘Per Elisa‘, portata a Sanremo da Alice, vinse il Festival del 1981.

Le mille carriere di Franco Battiato

Delicate e profonde anche alcune sue riproposizioni di brani che hanno fatto la storia della musica italiana, in particolare del cantautorato genovese. Tra le più note ‘Insieme a te non ci sto più‘ di Paolo Conte, ‘Ritornerai‘ di Bruno Lauzi e una commovente cover de ‘La canzone dell’amore perduto‘, un omaggio a Fabrizio De André che era recentemente scomparso. Ma Franco Battiato si cimentò anche nella pittura (ispirandosi in particolar modo all’arte bizantina) e nel cinema. Anche nel teatro, dove fu attore, ma il mondo del grande schermo lo vide attivo non solo come compositore. Fu infatti regista, conquistando anche il Nastro d’Argento nel 2003 con il suo lungometraggio d’esordio, ‘Perdutoamor‘.

Ci la lasciato un Maestro. Uno dei più grandi della canzone d’autore italiana. Unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia una eredità perenne“, è stato l’omaggio a Franco Battiato del ministro della Cultura, Dario Franceschini.

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