Djokovic, chi sta con lui e chi lo condanna: il mondo dello sport è diviso

C’è chi si è schierato a favore e c’è chi, invece, lo ha criticato, entrando più o meno nel merito della vicenda. Il mondo dello sport si è diviso sulla saga che nelle scorse settimane ha riguardato la presenza di Novak Djokovic agli Australian Open. Vicenda che si è conclusa con l’espulsione del tennista serbo dal Paese al termine di una complessa battaglia legale che riassumiamo qui.

Djokovic espulso dall’Australia: le reazioni

Al suo posto al torneo di Melbourne ha partecipato l’italiano Salvatore Caruso (in questo articolo vi raccontiamo chi è). Ma ora il n.1 del tennis mondiale rischia di non prendere parte a un’altra importante competizione del Grande Slam, il Roland Garros, in programma a maggio. Nei giorni scorsi, infatti, la Francia ha annunciato che per entrare nel Paese serve il green pass e dunque anche per partecipare al torneo.

La vicenda di Djokovic ha fin da subito scatenato numerose polemiche. Sia da parte di quelli che hanno visto l’iniziale concessione di un’esenzione medica al campione non vaccinato sia da coloro che invece hanno preso le difese del Djoker. Di seguito ripercorriamo le principali dichiarazioni pubbliche – o tramite social – degli sportivi che hanno voluto dire la loro sul caso.

I sostenitori del Djoker nel mondo dello sport

Partiamo da chi si è detto a sostegno del tennista serbo. Come il connazionale Nikola Vucevic, cestita dei Chicago Bulls in Nba (dove non mancano i problemi con gli atleti no-vax). Dopo la prima cancellazione del visto, infatti, Vucevic ha twittato: “Forse in Australia il Pesce d’Aprile è il 5 gennaio? Dev’essere uno scherzo”.

Il tennista canadese Vasek Pospisil – che insieme a Djokovic ha dato vita alla Ptpa, associazione “rivale” dell’Atp – ha invece derubricato la questione a un problema politico, criticando le autorità australiane. “Novak non sarebbe mai andato in Australia se non gli fosse stata concessa un’esenzione per entrare nel Paese dal governo (che ha ricevuto, da qui la sentenza iniziale del giudice Kelly). Avrebbe saltato gli Australian Open e sarebbe stato a casa con la sua famiglia e nessuno starebbe parlando di questo pasticcio”.

Ancora più diretto è stato invece il calciatore britannico Ollie Harfield, centrocampista del Weymout, squadra che milita nella semiprofessionistica National League. “Novak Djokovic è un grande esempio di come i governi indurranno la gente a schierarsi contro i non vaccinati”.

Parla di “faccenda politica” anche l’ex campione di MotoGP Marco Melandri, noto per le sue posizioni no-vax. “È ridicolo –  ha detto in un’intervista a Mowmag.com –. Lui non ha assolutamente colpe e sarebbe rimasto a casa senza problemi. Però, come tutto il resto, l’hanno venduta come hanno voluto. Chi organizza uno dei più importanti tornei del mondo non poteva non avere il numero uno e quindi sono stati loro a fare di tutto per farlo entrare. Poi però è subentrata la politica, perché la questione non ha nulla a che fare con la salute”.

“Djokovic è stato preso in mezzo nella guerra tra organizzatori dell’Australian Open e Governo, che dopo aver fatto il pugno duro non può permettersi di abbassare i pantaloni. Credo che se ne freghi altamente della carriera e io lo stimo tanto perché ha dei valori ed è giusto così, perché questa non è più un’emergenza sanitaria, è solo una faccenda politica, ha aggiunto.

Pato contro i vaccini. Poi si scusa e ritratta

Ancora più netta la posizione di Alexandre Pato, attaccante brasiliano dell’Orland City ed ex del Milan. In una storia su Instagram, poi rimossa, ha preso le difese del n.1 di tennis esaltando le sue opere umanitarie ma anche addentrandosi in teorie con argomenti tipici degli antivaccinisti. Ha definito il Covid-19 “peste cinese” (dove peraltro ha giocato) e il vaccino “morso sperimentale”.

Il ‘Papero’ ha anche indicato Djokovic come il modello di riferimento per il “movimento di resistenza contro il totalitarismo”. Poco dopo, però, ha fatto dietrofront: dapprima ha cancellato la storia scusandosi, poi ha annunciato di essersi vaccinato e ha infine invitato anche gli altri a farlo perché “il vaccino salva la vita!”.

Le (più o meno diplomatiche) critiche a Nole

Ma c’è anche chi si è schierato – in modo più o meno velato – contro le azioni del Djoker. A partire dal collega spagnolo Rafael Nadal, che dopo l’espulsione ha affermato: “Quasi una settimana fa, quando ha vinto in prima istanza è stato in grado di riavere il visto e si stava allenando. Ho detto che la giustizia aveva parlato. Se la giustizia dice che il suo visto è valido e può giocare qui, la giustizia ha parlato, quindi è la cosa più giusta, che si meriti di giocare qui. Ieri la giustizia ha detto un’altra cosa. Non sarò mai contrario a ciò che dice la giustizia.

Anche il britannico Andy Murray ha scelto la via “diplomatica”. Dopo il primo rilascio di Nole si è infatti detto contento per il serbo, sostenendo però che rimanessero ancora diverse domande senza risposta sulla positività al Covid di Djokovic e le violazioni dell’isolamento.

Decisamente più netta la posizione del tennista greco Stefanos Tsitsipas, secondo il quale Djokovic avrebbe voluto rispettare solo “le sue regole” e non quelle valide per tutti gli altri atleti. In passato anche Tsitsipas aveva espresso dei dubbi sui vaccini prima di scegliere di immunizzarsi.

Ancora più chiara, invece, l’idea che si è fatto della vicenda l’ungherese Marton Fucsovics. Dopo una premessa sul rispetto e la stima che nutre per il n.1 al mondo, si è apertamente schierato contro la sua presenza agli Open d’Australia. Secondo Fucsovics, infatti, le regole erano note da mesi, ma Djokovic ha comunque scelto di non vaccinarsi.

E chi lo difende dice: “Non chiamateci no-vax”

Infine, c’è chi ha espresso un parere quasi in maniera ideologica, senza scendere nel merito della questione. Come ad esempio la tennista francese Alize Cornet. Su Twitter ha infatti ammesso di sapere “troppo poco per giudicare la situazione” e ha ricordato come Nole sia “sempre il primo a difendere i giocatori. Ma nessuno di noi lo ha difeso”. Poi la precisazione in un secondo tweet: “Per favore non chiamatemi anti-vax, grazie”.

L’australiano Nick Kyrgios inizialmente si è invece schierato a sostegno di Djokovic. Eloquente l’emoticon di un uomo con una mano in faccia twittata dopo l’espulsione dal Paese oceanico. In precedenza aveva manifestato imbarazzo per il trattamento riservato al campione serbo e per la sua “detenzione” al Park Hotel di Melbourne, chiarendo allo stesso tempo di essersi vaccinato per proteggere se stesso e gli altri, fra cui la madre.

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