Berlusconi e il no al Quirinale: i retroscena della sua rinuncia al Colle

Nelle ore successive al no di Silvio Berlusconi al Quirinale, emergono con maggiore chiarezza le cause che hanno condotto il fondatore di Forza Italia a fare un passo indietro. Tra esse spiccano le sue condizioni di salute, che infatti ancora una volta hanno vissuto una novità.

Berlusconi e gli ultimi due anni di problemi di salute

All’indomani dall’ufficializzazione della sua non disponibilità a diventare Presidente della Repubblica, infatti, Berlusconi è stato sottoposto a un nuovo ricovero. A ospitarlo, ancora una volta, è l’ospedale San Raffaele di Milano. “Nulla di grave, solo la necessità di un check up di rito. Un monitoraggio del suo stato di salute“, riferiscono fonti di Forza Italia citate dal ‘Corriere della Sera’.

Da anni, lo storico leader del centrodestra viene seguito dai professionisti dell’ospedale San Raffaele. È qui che ha affrontato il suo decorso clinico dopo avere contratto il Covid nella tarda estate 2020. Tuttavia durante i periodi di degenza, come sottolineato dal suo staff di Forza Italia, Silvio Berlusconi “non ha mai smesso di seguire puntualmente le vicende politiche e di lavorare, curando da vicino i suoi interessi. Uno dei più recenti ricoveri a fine agosto 2021. “Per una valutazione clinica approfondita, si disse allora.

Il vertice saltato e la posizione del centrodestra sul Quirinale

Berlusconi era dunque già al San Raffaele durante il vertice del centrodestra di sabato sera. L’ex premier non si è infatti collegato su Zoom, lasciando alla senatrice Licia Ronzulli il compito di comunicare la sua decisione. Nonostante la scelta di non “scendere in campo”, il Cavaliere ha comunque provato a dettare le condizioni della partita, dichiarando che dal centrodestra arriverà una proposta condivisa.

Non sono mancate alcune considerazioni sull’ipotesi Draghi. Per Berlusconi l’attuale presidente del Consiglio “deve rimanere al suo posto” affinché “si completi l’opera con l’attuale governo”. Questo punto è stato ribadito anche da Antonio Tajani. Il coordinatore di Forza Italia ha dichiarato che la linea del partito è che “Mario Draghi resti a Palazzo Chigi e non vada al Quirinale”. Ha poi aggiunto che il governo “non dovrebbe subire rimpasti né nuovi ingressi”. Tajani ha anche definito inaccettabile “la ghettizzazione della sinistra” nei confronti dei candidati di centrodestra.

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