Mancano tre giorni all’inizio del nuovo anno ma le sfide che si prospettano sono scoraggianti. La variante Omicron ha dato nuova linfa alla pandemia covid con contagi record registrati in tutto il mondo. Ma anche l’emergenza climatica, la lotta tra democrazia e autoritarismo, le crisi umanitarie e le migrazioni di massa continueranno a rappresentare una sfida.
Ecco quello che si prospetta nel mondo per il 2022.
Medio Oriente
Gli eventi in Medio Oriente faranno di nuovo notizia a livello mondiale nel 2022, ma per ragioni sia positive che negative. Motivo di ottimismo sono i Mondiali di calcio, che prenderanno il via in Qatar a novembre. È la prima volta che un Paese arabo o musulmano ospita il torneo. Si prevede che fornirà un importante impulso per la regione del Golfo in termini di affari e turismo futuri e, possibilmente, forme di governance più aperte e progressiste.
Ma la scelta del Qatar, messa in ombra da accuse di corruzione, è stata sin dall’inizio controversa. I suoi trascorsi in materia di diritti umani saranno sottoposti a un esame più approfondito. Il trattamento riservato ai lavoratori migranti a bassa retribuzione è un altro punto critico. Il Guardian ha rivelato che almeno 6.500 lavoratori sono morti da quando il Qatar ha ricevuto l’autorizzazione dalla Fifa nel 2010, uccisi mentre costruivano sette nuovi stadi, strade e hotel e un nuovo aeroporto.
Continueranno anche le preoccupazioni per l’atteggiamento illiberale del Qatar nei confronti della libertà di parola e dei diritti delle donne e LGBTQ+. In n un Paese dove rimane pericoloso criticare apertamente il governo e dove l’omosessualità è illegale. Ma gli analisti suggeriscono che la maggior parte delle persone non si concentrerà su questi problemi, il che potrebbe rendere il Qatar 2022 l’esempio di maggior successo di “lavaggio sportivo” fino ad oggi.
Parte dell’attenzione si concentrerà sul presidente della Turchia, Erdoğan, il cui partito neo-islamista AKP segnerà 20 anni al potere nel 2022. Il governo di Erdoğan è diventato sempre più oppressivo in patria, mentre la sua politica estera aggressiva potrebbe avere conseguenze imprevedibili.
Altri punti caldi potrebbero essere il Libano, sull’orlo del fallimento come lo Yemen devastato dalla guerra, e la Libia nel caos, con le elezioni recentemente ritardate.
Cina
Gli occhi del mondo saranno puntati sulla Cina all’inizio e alla fine dell’anno, e molto probabilmente anche nel periodo intermedio. Le Olimpiadi invernali si aprono a Pechino a febbraio. Ma il medagliere finale potrebbe essere messo in ombra dai boicottaggi diplomatici da parte di Stati Uniti, Regno Unito e altri paesi in segno di protesta contro le violazioni dei diritti umani in Cina, tornati in auge dopo la questione di Peng Shuai. Temendo che i Giochi possano diventare un esercizio di propaganda del Partito Comunista Cinese.
Il 20° congresso nazionale del PCC, previsto per la fine dell’anno, sarà l’altro titolo di punta. Il presidente Xi Jinping spera di assicurarsi un terzo mandato quinquennale senza precedenti. Se raggiunto, confermerebbe la sua posizione di leader più potente della Cina dai tempi di Mao Zedong.
Gli analisti occidentali differiscono nettamente su quanto sia veramente sicura la posizione di Xi. Un’economia in rallentamento, una crisi del debito, un invecchiamento della popolazione, enormi sfide ambientali e legate al clima e i tentativi degli Stati Uniti di “contenere” la Cina stanno mettendo pressione su Xi. Tuttavia, per come stanno le cose, è probabile che nel 2022 continueranno i tentativi di espandere l’influenza economica e geopolitica globale della Cina. Un attacco militare a Taiwan, che Xi ha promesso di riconquistare con qualsiasi mezzo, potrebbe cambiare tutto.
India
L’India, il più grande concorrente regionale della Cina, potrebbe continuare a colpire sulla scena mondiale. In quello che potrebbe essere un momento simbolicamente importante, la sua popolazione totale potrebbe presto eguagliare o superare gli 1,41 miliardi della Cina, secondo alcune stime.
Eppure, allo stesso tempo, i tassi di natalità indiani e le dimensioni medie delle famiglie stanno diminuendo. Più pericolose, sono le controversie irrisolte sui confini himalayani tra questi due giganti vicini, che hanno portato alla violenza nel 2020-21 e riflettono un più ampio deterioramento delle relazioni bilaterali.
La popolarità di Narendra Modi, il primo ministro dell’India, è diminuita negli ultimi tempi, a causa della pandemia e di un’economia stagnante. È stato costretto a una inversione di marcia sulla “riforma” agricola ed è accusato di usare le leggi sul terrorismo per mettere a tacere i critici. Il suo partito BJP cercherà di riconquistare il terreno perduto in una serie di elezioni statali nel 2022.
Altrove in Asia, la violenta repressione in Myanmar e la crisi in Afghanistan non sembrano vedere una soluzione in tempi stretti.
La minaccia nucleare della Corea del Nord potrebbe portare a una resa dei conti mentre il regime paranoico di Kim Jong-un invia segnali contrastanti su guerra e pace. Le Filippine eleggeranno un nuovo presidente, mentre Scott Morrison cercherà la rielezione come primo ministro australiano.
Europa
Sarà un anno critico per l’Europa in quanto l’UE e i leader nazionali sono alle prese con tese divisioni interne ed esterne. A gravare inoltre l’impatto sociale ed economico della pandemia senza fine, la migrazione e le nuove sfide rafforzate, post-Cop26, che puntano a un obiettivo di emissioni zero.
Fondamentalmente, l’Europa deve decidere se vuole essere presa sul serio come attore globale, o cedere la sua influenza internazionale alla Cina, agli Stati Uniti o alla Russia.
Il tono potrebbe essere dato dalle elezioni di primavera in Francia e Ungheria, dove le forze populiste di destra stanno di nuovo spingendo su programmi divisivi. Viktor Orbán, l’autoritario leader ungherese affronterà per la prima volta un’opposizione unita. Il suo destino sarà seguito da vicino in Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia e altri Stati membri dell’UE dove fioriscono i partiti reazionari di estrema destra.
Emmanuel Macron chiederà agli elettori francesi un secondo mandato, sperando di venire preferito ai suoi rivali di estrema destra Marine Le Pen ed Éric Zemmour. I sondaggi lo mettono in vantaggio, anche se deve affrontare anche quella che potrebbe essere una forte sfida da parte dei repubblicani di centrodestra, la cui candidata, Valérie Pécresse, è la prima donna a guidare i conservatori. Con la sinistra allo sbando, le elezioni potrebbero radicalizzare la Francia in modo reazionario. Le elezioni sono previste anche in Svezia, Serbia e Austria.
Il nuovo governo di coalizione guidato dall’SPD della Germania sarà sottoposto a un attento esame mentre dovrà prendere le redini della nazione dopo 16 anni di Angela Merkel.
Per quanto riguarda l‘Ucraina gli analisti suggeriscono che l’aumento della pressione militare russa potrebbe portare a un nuovo conflitto all’inizio dell’anno. Nella Gran Bretagna isolata e sempre più impoverita, il rimorso di chi ha votato Brexit sembra destinato a intensificarsi.
Sud America
La lotta per sconfiggere Jair Bolsonaro, il presidente di destra del Brasile, alle elezioni nazionali previste per ottobre, sembra destinata a produrre una battaglia epica. In Brasile, Bolsonaro è stato ampiamente condannato per la sua gestione negligente della pandemia di Covid. Sono morti oltre mezzo milione di brasiliani, più che in qualsiasi altro Paese tranne gli Stati Uniti. Oltre il Brasile, Bolsonaro è insultato per la sua negazione del cambiamento climatico e la distruzione accelerata della foresta pluviale amazzonica.
I sondaggi d’opinione mostrano che, se dovesse farsi avanti Luiz Inácio Lula da Silva, l’ex presidente che è stato incarcerato e poi scagionato con l’accusa di corruzione, batterebbe facilmente Bolsonaro. Ma questo presuppone una lotta leale. Cresce infatti la preoccupazione che Bolsonaro rubare un’elezione o organizzare un colpo di stato per ribaltare il risultato, come Trump ha cercato e non è riuscito a fare a Washington un anno fa.
I sondaggi in Europa suggeriscono che il sostegno per i politici nazionalisti populisti di destra sta diminuendo, ma potrebbe non essere il caso in Sud America. Il populismo si nutre del divario tra “élite” corrotte e gente comune”, e in molti paesi più poveri questo divario sta crescendo.
Nord America
Tutti gli occhi saranno puntati sulla campagna per le elezioni di medio termine di novembre, i cui risultati saranno inevitabilmente visti come un referendum sulla presidenza di Joe Biden. Se vinceranno i repubblicani, Donald Trump – che ancora afferma falsamente di aver vinto le elezioni del 2020 – deciderà quasi sicuramente di candidarsi per un secondo mandato nel 2024.
Alcune questioni avranno risonanza a livello nazionale: in particolare, i progressi (o meno) nell’arginare la pandemia e la resistenza antivirale in corso; l’economia, con prezzi e tassi di interesse destinati a salire; e questioni sociali divisive come la migrazione, la razza e i diritti all’aborto.
Anche la pressione degli aspiranti migranti centroamericani al confine meridionale degli Stati Uniti continuerà probabilmente nel 2022.
In Canada, il primo ministro Justin Trudeau dovrebbe promuovere nuove iniziative politiche sull’assistenza all’infanzia e sugli alloggi a prezzi accessibili. Ma nonostante abbia vinto le elezioni anticipate nel 2021, sembra che la sua magia stia svanendo.
Africa
La domanda vera nel 2022 sarà se gli africani dovranno pagare il prezzo per il monopolio dei vaccini da parte dei Paesi ricchi.
L’improvvisa diffusione di Omicron, identificata per la prima volta in Sudafrica, suggerisce che potrebbero emergere più varianti di Covid nel 2022. Ancora una volta, la risposta dei Paesi sviluppati potrebbe essere quella di concentrarsi sulla protezione interna, non sulla cooperazione internazionale.
Ma in molti paesi africani, il problema più grande potrebbe essere l‘impatto negativo sulla gestione di altre malattie. Si stima che 25 milioni di persone in Africa vivranno con l’HIV-Aids nel 2022, con la malaria che miete quasi 400.000 vittime in un anno.
Sostituendo il Medio Oriente, l’Africa è diventata il nuovo ground zero del terrorismo internazionale, almeno secondo molti analisti. Questa tendenza sembra destinata a continuare nel 2022, mentre i governi occidentali osservano con allarme la diffusione di idee islamiste radicali in Paesi chiave dell’Africa occidentale.
Prioritaria è anche la lotta contro la povertà. Secondo la lista di controllo dell’emergenza 2022 dell’International Rescue Committee, 12 dei 20 paesi a maggior rischio di crisi umanitarie si trovano in Africa.
Ambiente
Il 2022 sarà anche l’anno della Cop 27, che si terrà in Egitto e avrà il compito di verificare i progressi fatti finora. Dalla riduzione del metano allo stop alla deforestazione, sono molti gli obiettivi stabiliti dai leader a Glasgow quest’anno.
Tuttavia, non è realistico aspettarsi un rapido miglioramento delle prospettive di riscaldamento climatico globale nel prossimo anno. È quasi certo che gli eventi meteorologici estremi del tipo osservato in tutto il mondo nel 2021 – incendi, siccità, inondazioni, tempeste e temperature record – si ripeteranno. Come prima, questi effetti saranno particolarmente avvertiti negli ambienti più sensibili del mondo, non ultimi l’Antartico e l’Artico.
Entrambe le regioni polari vedranno un aumento dell’attività umana nel 2022. Ancora più problematico è il crescente interesse della Cina, con altri Paesi, ad attingere alle risorse dell’Antartico e a stabilirvi strutture militari.
Allo stesso modo, lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico ha aperto rotte marittime commerciali e navali in cima al mondo, attualmente sviluppate dalla Russia in accesa competizione con molti altri Paesi. La Groenlandia, a lungo trascurata, è diventata una nuova El Dorado per le compagnie minerarie e petrolifere.