Bolsonaro accusato di crimini contro l’umanità

Jair Bolsonaro è stato accusato di crimini contro l’umanità per la risposta all’epidemia di Covid che ha provocato uno “stratosferico” numero di decessi. Sono queste le conclusioni dell’inchiesta del Senato brasiliano, contenute in un rapporto di quasi 1200 pagine.

Nel rapporto si descrive come il mix di incompetenza e negazionismo antiscientifico abbia guidato la risposta dell’amministrazione del presidente. Portando l’epidemia a uccidere oltre 600 mila brasiliani.

Bolsonaro responsabile di migliaia di morti per Covid

L’accusa più grave è relativa alla decisione “deliberata e cosciente di Bolsonaro di ritardare l’acquisto dei vaccini. Cosa che ha condannato a una morte non necessaria migliaia di cittadini.

 

La decisione di non acquistare vaccini tra il luglio 2020 e il gennaio 2021 era mancante di fondamento scientifico. Oltre che in violazione delle raccomandazioni di tutte le autorità sanitarie internazionali. Questo ha finito per provocare la morte di migliaia di brasiliani che avrebbero usato quei vaccini“, si legge.

La matematica della situazione era chiara: più infezioni, più morti. Senza i vaccini la mortalità sarebbe stata stratosferica e così è stato. Noi non dimenticheremo“, conclude il report.

Bolsonaro e la deforestazione dell’Amazzonia

L’ong austriaca AllRise ha presentato una denuncia contro Bolsonaro alla Corte dell’Aja per “crimini contro l’umanità”. L’ong sostiene che la politica ambientale di Bolsonaro ha portato ad un aumento della deforestazione in Amazzonia.

 

Gli esperti stimano che i cambiamenti nell’ecosistema potrebbero causare oltre 180.000 morti indirette in questo secolo a causa dell’aumento delle temperature globali. Dal 2019, anno di nomina alla presidenza di Bolsonaro, la deforestazione sarebbe aumentata dell’88%. Con una scomparsa annua di circa 4 mila chilometri quadrati di alberi.

Secondo il documento, oggi l’Amazzonia emette più anidride carbonica di quanta ne sia in grado di assorbire.

Cosa si intende per crimini contro l’umanità

In giurisprudenza, il termine crimine contro l’umanità definisce le azioni criminali che riguardano violenze ed abusi contro popoli o parte di essi. Atti che vengono ad ogni modo percepiti come perpetrati in danno dell’intera umanità.

Secondo l’articolo 7 dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, i crimini includono atti come omicidio, sterminio, schiavitù, deportazione forzata e privazione della libertà personale.  Inclusi inoltre i reati di tortura, stupro, sterilizzazione o gravidanza forzata e persecuzioni contro un gruppo per questioni politiche, razziali o religiose.

I capi di Stato condannati per crimini contro l’umanità

Nel corso della storia numerose sono state le persone accusate, giuridicamente o solo politicamente, di questi reati ritenuti i più gravi e orrendi perpetrabili dall’uomo.

Il Tribunale penale delle Nazioni Unite incriminò Slobodan Milosevic di genocidio. In riferimento alle atrocità commesse dalle forze serbe durante la guerra del 1992-1995. L’ex presidente jugoslavo è ritenuto inoltre responsabile della deportazione di 250 mila persone.

L’ex presidente del Perù Alberto Fujimori fu condannato per aver attuato un programma di sterilizzazione forzata. Questo ai danni di oltre 300.000 donne e 24.000 uomini, con lo scopo di ridurre la popolazione nelle zone più povere. Secondo Amnesty International nella maggior parte dei casi gli interventi chirurgici sono stati realizzati senza consenso e nella mancanza di norme igienico sanitarie. Con la seguente morte di 18 donne a seguito dell’operazione.

Il tribunale dell’Aja giudicò colpevole l’ex dittatore Saddam Hussein per la tortura e l’esecuzione di 148 sciiti della cittadina di Dujail.

La Corte penale internazionale riconobbe colpevole l’ex vice presidente della Repubblica democratica del Congo Jean-Pierre Bemba. Il tribunale dell’Aja aveva riconosciuto Bemba penalmente responsabile per le uccisioni e gli stupri di massa commessi dalle sue milizie.

 

 

 

 

 

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