Mai come in tempo di pandemia il Reddito di cittadinanza è stato sulla graticola. Vuoi per i costi di mantenimento del sussidio, eccessivi secondo alcuni; vuoi per la sempiterna polemica sui controlli e i cosiddetti “furbetti”. Due aspetti che hanno spinto il Governo a modificare la rotta con l’ultima Manovra di bilancio.
Fra le novità introdotte c’è ad esempio la riduzione di cinque euro mensili per ogni mensilità successiva al rifiuto della prima offerta di lavoro congrua. Dal secondo rifiuto, invece, scatta d’ufficio la revoca del sussidio. Inoltre, l’esecutivo ha introdotto l’obbligo per i beneficiari di partecipare ogni mese ad attività e colloqui in presenza nei centri per l’impiego.
In caso di assenza ingiustificata è previsto lo stop all’erogazione. Quest’ultima novità, però, ne porta in dote una seconda, ben più importante. E, soprattutto, indiretta. E cioè che per continuare a beneficiare del Reddito di cittadinanza serve il green pass.
La stretta prevista dalla legge di Bilancio, infatti, si “incrocia” con il decreto Covid del 7 gennaio. Vale a dire il provvedimento che introduce l’obbligo di certificazione verde per alcuni uffici pubblici, oltre che in banca e in posta a partire dal 1° febbraio 2022.
Ma anche nei centri per l’impiego. Da ciò, dunque, si deduce che chi è sprovvisto di green pass base (quello che si ottiene anche con un tampone negativo) non può partecipare agli incontri mensili per il Rdc. E, di conseguenza, rischia di perdere il sussidio.
Il primo a proporre un collegamento fra Reddito di cittadinanza e green pass era stato, a ottobre, Carlo Rienzi, presidente del Codacons. La proposta era arrivata dopo l’introduzione della certificazione verde per tutti i lavoratori, accogliendo anche il parere favorevole di alcuni esperti per evitare distinzioni fra categorie.
Se da un lato alcuni percettori non vaccinati (o senza tampone) rischiano di dover rinunciare all’assegno mensile, dall’altro ci sono quelli chiamati a dare una mano proprio con lo campagna vaccinale. Succede a Reggio Emilia, dove il sindaco Luca Vecchi ha annunciato un accordo con l’Ausl che consentirà ai beneficiari del Rdc di aiutare il personale medico-sanitario e quello amministrativo negli hub cittadini.
Si tratta del primo caso in Italia, come ha ricordato anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. A chi percepisce il Reddito saranno dunque affidati compiti di accoglienza, orientamento, sorveglianza e supporto amministrativo all’interno dei centri vaccinali. Si occuperanno infine di sostituire i circa 350 dipendenti o collaboratori assenti ogni giorno dal servizio.
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