Il ministro dell’Immigrazione Alex Hawke ha usato il suo potere personale per annullare per la seconda volta il visto di Novak Djokovic. Gli avvocati del tennista si prepareranno a presentare un’ingiunzione immediata contro la decisione.
La decisione, se definitivamente confermata dopo il ricorso, chiuderà definitivamente la rincorsa del numero 1 del tennis mondiale al decimo Open d’Australia. E c’è anche da far presto, perché il primo turno del torneo inizierà lunedì. Qualora il serbo non impugni la decisione in tribunale o non riesca a farlo, sarà immediatamente espulso dal Paese. E potrebbe non fare ritorno per almeno tre anni, secondo le leggi in vigore nell’Isola-continente.
Perché il visto di Djokovic è stato annullato
Il governo Morrison è fermamente impegnato a proteggere i confini dell’Australia, in particolare in relazione alla pandemia di Covid. A Melbourne si è registrato uno dei lockdown più lunghi e duri nel mondo e ora i contagi sono in risalita.
Il ministro dell’immigrazione ha quindi deciso di cancellare il visto del tennista per una questione di Interesse pubblico.
#BREAKING The Government will cancel the visa of @DjokerNole says Immigration Minister @AlexHawkeMP #AusOpen #auspol pic.twitter.com/8kMpQ4bmLy
— Political Alert (@political_alert) January 14, 2022
“Oggi ho esercitato il mio potere ai sensi dell’articolo 133C(3) della legge sulla migrazione di annullare il visto detenuto dal sig. Novak Djokovic per motivi di salute e buon ordine, sulla base del fatto che ciò fosse nell’interesse pubblico.
Questa decisione ha seguito le ordinanze del Circuito federale e del tribunale della famiglia del 10 gennaio 2022. Annullando una precedente decisione di annullamento per motivi di equità procedurale.
Nel prendere questa decisione, ho considerato attentamente le informazioni fornitemi dal Dipartimento degli affari interni, dall’Australian Border Force e dal signor Djokovic”.
Cosa era successo
Il visto di Djokovic è stato annullato per la prima volta da un delegato del ministro dell’Interno giovedì scorso, poiché una recente infezione da Covid di per sé non era sufficiente per un’esenzione dall’obbligo di vaccinazione. Di conseguenza, in quanto non vaccinato, Djokovic potrebbe rappresentare un rischio per la salute pubblica.
Il visto è stato ripristinato lunedì da un giudice della corte di circoscrizione federale che si è pronunciato a favore di Djokovic. Ma gli avvocati del governo hanno immediatamente avvertito il numero 1 al mondo che il ministro dell’immigrazione Hawke avrebbe potuto ancora esercitare un potere personale per annullare nuovamente il visto.
Mercoledì, Djokovic ha ammesso per la prima volta di aver violato il lockdown dopo aver scoperto di essere risultato positivo lo scorso 16 dicembre. Aggiungendo che il suo agente aveva commesso un “errore amministrativo” al momento della compilazione dei documenti.
Cosa accadrà ora
I legali del tennista serbo si sono subito attivati per ribaltare la situazione in tribunale. La speranza degli avvocati di Djokovic è che si possa accelerare l’utenza riducendo al minimo la durata delle comunicazioni scritte e delle prove verbali.
La squadra legale del serbo confida che la questione possa essere ascoltata in tribunale durante il fine settimana e finalizzata entro domenica, permettendogli di giocare una partita all’inizio della prossima settimana se dovesse riuscire a ad aver ragione del governo australiano, ancora una volta.
In caso contrario, Djokovic sarà espulso sal Paese e, dal momento che il suo visto è stato cancellato, gli sarebbe impedito ritornarci per tre anni. Tuttavia, il visto potrebbe essergli restituito, in via eccezionale e per “motivi compassionevoli”.