Incendi negli ultimi 20 anni: eccoli nella mappa interattiva della Nasa

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C’è sempre qualcosa che brucia. Gli incendi sono innescati da fenomeni naturali o dolosi, per gestire terreni agricoli e pascoli o pulire la vegetazione. E possono generare grandi quantità di inquinamento da fumo, rilasciare gas serra e degradare involontariamente gli ecosistemi.

Tutti gli incendi del mondo: ecco la mappa

Ma gli incendi possono anche spazzare via il sottobosco morto e morente, il che può aiutare a ripristinare un ecosistema in buona salute. In molti ecosistemi, comprese le foreste boreali e le praterie, le piante si sono co-evolute con il fuoco e richiedono una combustione periodica per riprodursi.

Le mappe degli incendi mostrano le posizioni degli incendi attivi in tutto il mondo su base mensile. I dati arrivano dalle osservazioni del Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) sul satellite Terra della NASA. E mostrano come l’emergenza sia cresciuta con il trascorrere degli anni. Allarme, peraltro, già lanciato negli scorsi giorni nientemeno che dall’Onu.

I rischi del riscaldamento globale

Il peggio deve ancora venire“, hanno infatti affermato le Nazioni Unite attraverso il rapporto sul clima dell’Ipcc, il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico. E gli incendi sono la cartina al tornasole di un riscaldamento globale sempre più inarrestabile. Questo potrebbe provocare, in circa un decennio, un innalzamento delle temperature in tutto il Pianeta, che potrebbe arrivare a +3 gradi nel 2030 e a +4 gradi nel 2100.

È semplicemente garantito che peggiorerà. Non vedo alcuna area sicura. Nessun posto dove correre o dove nascondersi“. A dirlo è Linda Mearns, co-autrice del rapporto delle Nazioni Unite. Un lavoro monumentale, a cui hanno lavorato 234 scienziati di 195 Paesi. I disastri ambientali nell’estate 2021 sono sotto gli occhi di tutti, dai maxi incendi in Europa, Italia compresa, al Nord America, fino alle inondazioni in Germania e in Cina. E Alok Shama, presidente designato della Conferenza mondiale dell’Onu (COP26) sul clima, è stato ancora più chiaro: “Non possiamo permetterci di aspettare due, cinque o dieci anni. Questo è il momento. O si agisce ora o non avremo più tempo“.

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