Sta causando molta preoccupazione la diffusione delle zanzare giapponesi, più grandi della zanzara tigre e altrettanto pericolose. Cambiamenti climatici e globalizzazione stanno infatti provocando una crescente diffusione di insetti provenienti da altri Paesi. In particolare, la zanzara giapponese è considerata la terza specie più invasiva tra le zanzare e tra le 100 specie più invasive del mondo.
La sua pericolosità risiede nell’aggressività, nella resistenza al freddo e nella sua adattabilità a proliferare anche in ambienti urbani. Il dato più preoccupante tuttavia è che la zanzara giapponese, così come altre specie di zanzare, può trasmettere alcune malattie estremamente pericolose, come la dengue.
Dengue, cos’è e perchè è pericolosa
La febbre dengue (DF), causata dal virus dengue, è un arbovirosi caratterizzata all’inizio da febbre non specifica, che a volte evolve in forme più gravi causando emorragie (febbre emorragica dengue o DHF) e shock (sindrome da shock di dengue o DSS).
La DF è presente nelle zone tropicali di tutto il mondo, in particolare nell’Asia sudorientale, nella regione del Pacifico, e nelle Americhe. Il 50% della popolazione mondiale è attualmente a rischio di contagio. A livello mondiale si stimano ogni anno 50-100 milioni di casi, 500.000 ricoveri e 20.000 morti.
I sintomi della febbre dengue
Nella maggioranza dei casi la febbre dengue si manifesta da 4 a 7 giorni dopo la puntura di una zanzara infetta. La classica febbre dengue è caratterizzata da febbre alta (40°), mal di testa, dolori articolari, rash cutaneo. Nel 40 fino all’80 per cento dei casi l’infezione ha un decorso asintomatico, ma è anche in grado di provocare un ampio spettro di manifestazioni cliniche. In rari casi può manifestarsi una forma grave denominata febbre dengue emorragica o sindrome da shock dengue, che può avere decorso mortale.
Come difendersi
Attualmente non c’è alcun medicinale efficace per il trattamento della febbre dengue, cioè la terapia è di tipo sintomatico. Vale a dire che è possibile soltanto attenuare i disturbi con antipiretici e analgesici. Tuttavia è controindicato l’uso di aspirina o di ibuprofene poiché può aumentare il rischio di emorragie. Oggi, l’unica misura di prevenzione possibile per chi si reca in zone a rischio è proteggersi dalla puntura delle zanzare. Si raccomanda di indossare indumenti larghi, a maniche lunghe e impregnati di insetticidi, di utilizzare prodotti antizanzare di giorno e di sera e dormire sotto una zanzariera.
Diffusione e incidenza
Negli ultimi anni i casi di febbre dengue sono notevolmente aumentati nel mondo. Se negli anni Sessanta si registravano da 10.000 a 20.000 persone colpite all’anno, oggi si stima siano da 50 a 100 milioni.
Non si è verificato infatti solo un aumento dei casi, ma anche un ampliamento della diffusione geografica. Prima del 1970, solo 9 Paesi erano stati colpiti da gravi epidemie di dengue. Attualmente la malattia è endemica in oltre 100 Paesi di Africa, Americhe, Mediterraneo orientale, Asia sudorientale e Pacifico occidentale.
Anche in Europa sono già stati riscontrati singoli casi di febbre dengue. Nel 2010, sono stati notificati per la prima volta casi autoctoni in Francia ed in Croazia. Nel 2012, un’epidemia di dengue si è sviluppata nell’isola di Madera, in Portogallo, causando oltre 2.000 casi.