Recovery Plan approvato senza i voti di Italia Viva. Crisi imminente?

Proprio come anticipato da Renzi, le ministre di Italia Viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti si sono astenute dal voto sul Recovery Plan. Si è trattata di una scelta legata a doppio filo alla decisione dell’esecutivo di non accettare le condizioni imposte dal partito sul Mes. Il piano da 222,9 miliardi è stato comunque approvato, ma ora il governo sembra a un passo dalla crisi. Le tensioni tra Italia Viva e il resto della maggioranza, come prevedibile, sono state al centro dell’ultimo Consiglio dei Ministri. Pur riconoscendo i passi avanti fatti rispetto all’ultima versione del Recovery Plan, Bellanova e Bonetti hanno comunque riscontrato troppe criticità nel testo, giudicato “in drammatico ritardo sulle urgenze del Paese”. Le due ministre hanno definito “incomprensibile” la rinuncia al Mes, soprattutto a fronte dell’elevato numero di vittime generato dal coronavirus in Italia.

Il nodo del Mes

In risposta alle critiche delle ministre renziane, il premier Giuseppe Conte ha ricordato che il Mes, a differenza del Recovery Plan, non ha nulla a che fare col progetto Next Generation EU. “Non è dunque questa la sede per affrontare una discussione sul punto”, ha dichiarato il presidente del Consiglio. Conte ha poi invitato Italia Viva a “non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes”. Per il premier si tratta di “un accostamento che offende la ragione e anche l’etica”. “Se fosse un problema di finanziamenti, come mai allora la Germania, pur investendo il doppio sulla sanità di noi, si ritrova adesso con il doppio dei morti giornalieri?”. Sul punto è intervenuto anche Roberto Gualtieri, il ministero dell’Economia, spiegando che, se anche il governo decidesse di attivare il Mes, “non avremmo a disposizione risorse per investimenti aggiuntivi”.

L’approvazione del Recovery Plan

Nonostante l’astensione di Italia Viva, il Recovery Plan è stato comunque approvato. Il pacchetto di interventi da 222,9 miliardi si fonda su tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transazione ecologica e inclusione sociale. Ma tre sono alcune priorità trasversali a molti progetti sui quali il governo intende porre l’attenzione: le donne, i giovani, il Sud. Sono previsti 46,18 miliardi per la digitalizzazione e la cultura, 68,9 miliardi per la rivoluzione digitale, 31,98 miliardi per le infrastrutture, 28,49 miliardi per l’istruzione, 27,62 miliardi per l’inclusione e la coesione e 19,72 miliardi per la salute. Su Twitter, Roberto Gualtieri ha definito il Recovery Plan “il più grande piano di investimenti mai visto in Italia”. “Con le risorse europee ora il nostro Paese può cambiare davvero. È stato un gran lavoro, più importante di ogni polemica. Ora via al confronto in Parlamento e nella società”, ha aggiunto il ministro dell’Economia.

Governo sull’orlo della crisi?

L’eventuale dimissione delle ministre di Italia Viva verrà decisa oggi, mercoledì 13 gennaio, nel corso di una riunione del partito. “Via dal governo? Lo decideremo, domani ci sarà un confronto nel nostro partito e in base a esso e a quello che accadrà domani, le ministre Bellanova e Bonetti e il sottosegretario Scalfarotto comunicheranno le nostre decisioni rispetto alla loro permanenza o meno nel governo”, ha spiegato Maria Elena Boschi nel corso di un’intervista a Porta a Porta. Nel frattempo, il premier Conte ha convocato un doppio Consiglio dei Ministri. Uno in serata, dedicato al nuovo dl anti-Covid e uno giovedì, incentrato sul nuovo scostamento per i ristori di gennaio. Se Italia Viva dovesse decidere di ritirare le proprie ministre dal governo, Conte, come affermato più volte in passato, dovrebbe procedere a una verifica dei voti alle Camere. Non è escluso nemmeno un eventuale rimpasto, che potrebbe portare all’ingresso di alcuni nomi importanti di Italia Viva all’interno dell’esecutivo.

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