Anche se il governo guidato da Mario Draghi sembra ancora lontano dal prendere una forma definitiva, stanno già circolando varie voci sui nomi che potrebbero entrare a far parte della “squadra” dei ministri. In particolare, i media hanno fatto varie ipotesi sull’identità del prossimo ministro della Salute. Tra i più citati ci sono vari virologi e immunologi che nel corso del 2020 sono intervenuti più volte sul tema dell’emergenza sanitaria. Andrea Crisanti ha già escluso di essere stato contattato da Draghi: “È solo un’invenzione della stampa”. Meno netto Fabrizio Pregliasco: “Disponibile? Chi lo sa, non credo però che si ponga il problema. Anche Antonella Viola non ha chiuso le porte a questa eventualità. “Potrei dare una mano. In che forma e in che modo è tutto valutare”, ha dichiarato l’immunologa. Massimo Galli, invece, ha dichiarato di non ritenersi adatto a ricoprire un simile incarico.
Bassetti: “Se Draghi mi chiamasse non direi di no”
Tra chi non esclude la possibilità di accettare l’eventuale proposta di Draghi c’è anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria. Se la fatidica telefonata dovesse arrivare “non direi di no per servire il Paese. Mi lusinga aver letto il mio nome tra quelli accostati al ministero della Salute”, ha affermato l’esperto. Da parte di Bassetti non sono mancati gli elogi nei confronti dell’ex presidente della Bce. “Il professor Draghi è una persona di valore eccezionale. Penso che farà molto bene per l’Italia. Io amo questo Paese e l’ho servito lavorando per il Servizio Sanitario Nazionale. Sarebbe un grande orgoglio poterlo servire in un ruolo diverso. Non potrei dire di no a una chiamata di questo tipo”, ha aggiunto Bassetti.
Le dichiarazioni controverse sull’emergenza Covid
Nel corso del 2020, Bassetti ha più volte fatto parlare di sé per alcune dichiarazioni controverse sull’emergenza Covid, spesso volte a minimizzarla. Lo scorso agosto, per esempio, ha escluso la possibilità di una seconda ondata e ha accusato chi sosteneva tale tesi di fare “terrorismo”.