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Nonostante Silvio Berlusconi abbia ritirato la propria candidatura al Quirinale, il Popolo Viola ha organizzato a Roma un presidio a Piazza dell’Esquilino per protestare contro questa ipotesi e contro una classe dirigente definita “tra le più rapaci” in Europa.
I motivi della protesta: “Il pericolo non è passato”
“Fuori la mafia dallo Stato“, è uno dei cori che ha accompagnato il raduno. “Non è possibile. Ci dobbiamo interessare noi, oggi. Lo dico come critica costruttiva. Purtroppo siamo pochi, saremmo dovuti essere molti di più“, si è sentito dire al megafono. Quindi la rassegna di alcuni dei processi che vedono Berlusconi tra gli indagati: “Attualmente è indagato presso la Procura di Firenze come mandante occulto delle stragi del 1993. Che hanno ucciso decine di civili“.
“Il pericolo non è scampato – spiega però una delle manifestanti –, perché a decidere saranno i Grandi Elettori. L’autocandidatura a Presidente della Repubblica non esiste. Siamo indignati anche solo per la proposta. Berlusconi è condannato per frode fiscale a quattro anni, è indagato in 36 processi. Ha finanziato la mafia per 20 anni. La sua è una figura improponibile“.
Non solo Berlusconi: Popolo Viola contro l’intera classe politica
In particolare la questione della mafia è al centro delle attenzioni dei manifestanti del Popolo Viola. “È stato accertato che c’è stato un patto tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi. Questo è qualcosa che ci deve indignare. Ma denunciamo tutta la classe dirigente politica italiana. Tutti gli altri candidati, a partire da Gianni Letta, Mario Draghi e Marta Cartabia. Gli ultimi due stanno distruggendo la giustizia italiana, la separazione dei poteri e l’indipendenza della magistratura“.
“Berlusconi ha ritirato la candidatura. Ma non ci si autocandida, quindi se i Grandi Elettori lo vogliono votare possono ancora farlo. Si è ritirato soltanto su carta. In generale però nessuno degli attuali candidati rappresenta e rispecchia il vero Paese. Che sono le giovani generazioni, attiviste, artiste e intellettuali che ci sono in Italia“, sono altri commenti di alcuni degli organizzatori.