Il Partito Democratico perde un altro pezzo. I Verdi Europei potranno adesso fare affidamento anche sull’attuale sindaco di Milano, Giuseppe Sala. A dargli il benvenuto ci ha pensato il leader dei Verdi italiani, Angelo Bonelli, che su Twitter scrive: “Con te continueremo il confronto in corso da tempo per eleggere a Milano il primo sindaco verde e costruire il cambiamento politico in nome della giustizia ambientale e sociale”. Interpellato sulle vicende dem, per Sala il Pd sta pagando la “scelta di dare troppo spazio, da troppi anni, alle correnti“.
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“Diamo il benvenuto a Beppe Sala, sindaco di Milano, che ha aderito ai Verdi Europei. Insieme dobbiamo lavorare a un progetto ambizioso: realizzare quella transizione ecologica per il Paese e contrastare il greenwashing di chi, in questi anni, ha utilizzato le tematiche legate all’ambiente come strumento di propaganda”. Così Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi. “Secondo uno studio Roma è la città più congestionata d’Italia. Bisogna investire nel trasporto pubblico. Traffico e smog rovinano la salute dei cittadini. Chiediamo a Draghi di cambiare gli investimenti che erano previsti dal Recovery sul trasporto pubblico”, ha concluso.
Sala: “Le alleanze per Milano si fanno su Milano”
Giuseppe Sala stesso in un’intervista a la Repubblica si definisce “appassionato ecologista”, parla della necessità di investire “nella mobilità pubblica e in quella leggera” e rivendica di aver “creato e gestito in prima persona l’assessorato alla Transizione Ecologica”. “Per me aderire ai Verdi Europei significa, prima di tutto, fare meglio il sindaco di Milano“, dichiara Sala. “E rendere Milano una città sempre più protagonista nello scenario internazionale“.
Sala rimarrà alla guida di una coalizione di centrosinistra, come sottolinea nell’intervista, in cui apre però alla possibilità di un’alleanza con il Movimento 5 stelle. “Le alleanze per Milano si decidono a Milano. Vediamo se i 5 Stelle faranno, in Italia e in Europa, una scelta di campo”. L’obiettivo è quello di conquistare l’elettorato giovane insieme emulando quanto fatto in altri Paesi europei. “In Germania i Verdi viaggiano intorno al 20 per cento e sono il secondo partito. in Francia sono al 10 percento”, continua Sala. “Noi in Italia abbiamo un gruppo verde in Parlamento con tre deputati all’interno del Gruppo Misto. È un buon segno. Ma non basta”.