Chiuso definitivamente il capitolo legato all’amministrazione Trump, gli Stati Uniti ripartono da Joe Biden, che dopo mezzo secolo di vita politica si ritrova alla Casa Bianca per affrontare una sfida a dir poco complicata. Il nuovo presidente ha giurato a Washington assieme alla sua vice, Kamala Harris, in una cerimonia in cui, come annunciato alla vigilia, non ha incontrato Donald Trump, che è andato via prima senza salutare direttamente il suo successore.
Joe Biden, le prime parole da presidente
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“Questa è la giornata dell’America, della democrazia, della storia, della speranza”. Queste le prime parole da presidente di Joe Biden, dopo aver prestato giuramento nella giornata di mercoledì 20 gennaio. La formula di rito, mano sulla Bibbia, è stata pronunciata durante la cerimonia consueta a Capitol Hill. Accanto a lui la moglie Jill, che si è commossa. Quindi il bacio e infine l’abbraccio con tutta la famiglia.
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“La democrazia ha prevalso. Chiedo a tutti gli americani di aiutarmi nell’unire il Paese – ha aggiunto -. Metterò tutta la mia anima per riunire la nazione. Gli Stati Uniti hanno molto da fare, molto da riparare e da risanare. Lo so, parlare di unità può sembrare una folle fantasia in questi giorni. So che le forze che ci dividono sono profonde e reali e so anche che non sono una novità. Ma l’unità è l’unica strada per andare avanti”.
“Sarò il presidente di tutti gli americani, mi batterò anche per coloro che non mi hanno sostenuto. Il mondo ci guarda, ripareremo le nostre alleanze” ha poi affermato con decisione il nuovo inquilino della Casa Bianca.
Gli Usa di Joe Biden nel contrasto al Coronavirus
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Impossibile non soffermarsi sull’emergenza Coronavirus: “Andremo avanti con rapidità e urgenza, perché abbiamo molto da fare in questo inverno di pericoli e possibilità significative. Molto da riparare, molto da ripristinare, molto da guarire, molto da costruire e molto da guadagnare. Poche persone nella storia della nostra nazione sono state sfidate in maniera più grave, o trovate in un momento più impegnativo o difficile del tempo in cui ci troviamo ora. Il Paese ha perso tante vite in un anno quanto l’America ha perso in tutta la Seconda Guerra Mondiale. Milioni di posti di lavoro sono stati persi“. Così il neo presidente Biden nel suo discorso d’insediamento.
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“Oggi celebriamo il trionfo non di un candidato, ma di una causa. La volontà del popolo è stata ascoltata ed è stata presa in considerazione grazie alla democrazia. Abbiamo imparato ancora una volta che la democrazia è preziosa. La democrazia è fragile. In questo momento, amici miei, la democrazia ha prevalso“, aveva affermato in precedenza Joe Biden, aprendo il suo primo discorso da presidente.
Kamala Harris, l’inno cantato da Lady Gaga, la commozione di Jennifer Lopez
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Anche la neo vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha pronunciato il tradizionale giuramento sulla Bibbia durante la cerimonia di inaugurazione, in Campidoglio, per l’insediamento della nuova amministrazione.
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È stata invece Lady Gaga a cantare l’inno nazionale americano, nel corso della cerimonia di giuramento di Joe Biden a Washington DC. Un momento particolarmente atteso e che per il popolo statunitense è sempre molto significativo e non solo simbolico. Lady Gaga, che da tempo è nota per le posizioni vicine ai democratici, ha sfoggiato un abito rosso e nero. Sulla giacca un enorme colomba dorata. Prima di lasciare il podio, ha saluto il nuovo presidente.
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Emozionatissima anche Jennifer Lopez, che ha cantato “This land is your land” (“Questa terra è la tua terra”) durante la cerimonia di insediamento di Joe Biden e Kamala Harris. Vestita di bianco, la popstar newyorkese ma di chiare origini portoricane ha anche parlato in spagnolo. “Libertà e giustizia per tutti!“, le sue parole.
Ora le riforme: provvedimenti anti-Covid priorità numero uno
Dopo la cerimonia, Biden sarà chiamato immediatamente a intense giornate di lavoro, soprattutto per affrontare il problema più grave, la pandemia di Covid-19. Con oltre 24 milioni di contagi e più di 400mila decessi, gli Stati Uniti sono il Paese più colpito. Già in campagna elettorale Biden aveva criticato l’atteggiamento sprezzante dell’ormai ex inquilino della Casa Bianca, che aveva demandato ogni provvedimento ai singoli stati. Con risultati controversi. Al contrario di Trump, Biden ha intenzione di disporre numerose misure a livello federale. Priorità massima, soprattutto, alle mascherine obbligatorie e al distanziamento sociale.
In questo senso Biden spera comunque che i governatori non facciano ostruzionismo, non essendoci garanzie legali esplicite che consentano al presidente americano di ‘scavalcare’ quelli dei singoli Stati in decisioni del genere. Prevista, poi, un’accelerazione nel piano vaccinale. L’obiettivo è una copertura pari a 100 milioni di persone nei primi cento giorni di presidenza.
Joe Biden è inoltre pronto a cancellare il piano di uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Una decisione presa nei mesi scorsi da Donald Trump, che aveva accusato l’OMS di aver gestito male la pandemia. E di essere troppo accondiscendente nei confronti della Cina.
L’agenda economica degli Stati Uniti post-Trump
Messa a dura prova proprio dalla pandemia, l’economia americana è alla ricerca di un rilancio. Il piano di Biden è audace, e va dall’estensione del blocco dei pagamenti di affitti, mutui e spese per lo studio a una serie di provvedimenti e incentivi. Il loro valore complessivo è di 1,9 miliardi di dollari. Una cifra che sarebbe distribuita a tutte le realtà colpite da chiusure e restrizioni. Il provvedimento andrebbe ad aggiungersi al piano di ristori da 900 milioni approvato a dicembre dal Congresso.
Per raccogliere le risorse, Biden darà seguito ad un’altra promessa fatta in campagna elettorale, la cancellazione del taglio delle tasse voluto da Trump. Una misura che, secondo il neopresidente, avvantaggia le grandi aziende e le persone più ricche. Negando i servizi a quelle meno abbienti.
Cambio di rotta nelle politiche a favore di diritti civili e immigrazione
Dopo le violenze degli ultimi mesi, che hanno riportato in superficie l’annosa questione razziale, il neopresidente americano ha promesso di interessarsi da subito della crisi legata ai diritti civili. In questo senso, aveva presentato già in campagna elettorale una serie di riforme volta a cancellare, una volta per tutte, le disparità razziali e le discriminazioni delle minoranze, compresa una importante riforma della polizia americana.
La ricca agenda di Joe Biden comprende anche una vigorosa inversione di marcia per quel che riguarda le politiche legate all’immigrazione. Innanzitutto sarà reso nullo il ‘travel ban’ che attualmente impedisce i collegamenti con Iran, Libia, Nord Corea, Somalia, Siria, Yemen e Venezuela.
Biden ha poi promesso di rendere più semplice l’iter per regolarizzare oltre 11 milioni di immigrati senza documentazione, i cosiddetti ‘dreamers’. La nuova amministrazione rivedrà poi i protocolli che regolamentano gli spostamenti fra gli Usa e il Messico, mettendo inoltre fine alla costruzione del ‘muro’ desiderato da Trump.
Rientro urgente nell’Accordo di Parigi
Un’ultima, ma non meno importante misura che Biden ha promesso di disporre già nei suoi primi giorni di presidenza è quella che porterà gli Usa nuovamente nell’Accordo di Parigi. Trump aveva annunciato nel 2017 la cancellazione della firma del suo Paese dal trattato che prevede come obiettivo la riduzione dei gas serra. La decisione era poi divenuta ufficiale nel novembre 2019.
Oltre al rientro nella convenzione internazionale, Biden ha già annunciato che lavorerà assieme al Congresso per produrre e approvare una legge che permetta agli Stati Uniti di raggiungere le zero emissioni di gas nocivi entro il 2050.