Temperature da record a settembre 2020: è stato il più caldo di sempre

Lo scorso settembre è stato il più caldo di sempre a livello mondiale. A indicarlo sono i dati forniti dal Copernicus Climate Change Service, il servizio per l’osservazione dei cambiamenti climatici del programma Copernicus dell’Unione europea. Finora questo record apparteneva a settembre 2019, che però è stato superato di 0,05 gradi. Nei 12 mesi da ottobre 2019 a settembre 2020, la temperatura della superficie terrestre è stata di 1,3 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali. Il pianeta è dunque arrivato molto vicino al tetto di 1,5 gradi, fissato dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Le temperature sono superiori alla media anche nell’Artico siberiano, dove il ghiaccio marino è al secondo livello più basso dall’inizio delle rilevazioni via satellite.

L’aumento della temperatura a settembre 2020

Le temperature di settembre 2020 sono state superiori alla media del mese nel periodo di riferimento climatologico standard di trent’anni (1981-2010). Rispetto a settembre 2016, finora il secondo più caldo di sempre, si è registrato un aumento di 0,08 gradi. Le temperature medie del mese hanno raggiunto un livello record in tutta Europa, con 0,2 gradi in più rispetto al 2018.

La riduzione dell’estensione del ghiaccio marino

I dati raccolti dal Copernicus Climate Change Service indicano anche che per settembre 2020 l’estensione del ghiaccio marino artico è stata la seconda più bassa mai registrata, dopo settembre 2012. L’ultimo mese estivo coincide con il periodo in cui la calotta glaciale nell’Artico raggiunge il suo minimo annuale, riflettendo un andamento visibile nel corso dell’intero arco dell’anno. Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, spiega che nel durante il 2020 si è verificato un calo più rapido del solito dell’estensione del ghiaccio marino artico nei mesi di giugno e luglio, che ha precondizionato il minimo di ghiaccio marino. “La combinazione di temperature record e basso livello del ghiaccio marino artico nel 2020 sottolinea l’importanza di un monitoraggio migliore e più completo di una regione che si riscalda più velocemente di qualsiasi altra parte del mondo”, conclude l’esperto.

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