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Il fenomeno del K-pop, il pop coreano, è approdato a Expo Dubai 2020. Alcune crew coreane si sono esibite di fronte a decine di giovani in visibilio, in occasione di un evento organizzato dal padiglione della Corea del Sud all’esposizione universale.
Ma cos’è il K-pop che sta conquistando l’Expo emiratino? Il termine è l’abbreviazione di Korean popolur music, ovvero la musica popolare della Corea del Sud. Le origini del K-pop risalgono all’ultimo ventennio del 1800, quando alcune popolari canzoni occidentali furono riscritte in coreano.
La storia del K-pop
Fortemente condizionata dall’occupazione giapponese ai primi del ‘900, la scena musicale locale fiorì con la ripresa dell’economia al termine della Guerra di Corea negli anni ’50. I contatti con gli americani e il movimento hippy portarono così alla ribalta una produzione più scanzonata.
All’inizio degli anni ’90, invece, le contaminazioni musicali (ad esempio con il rap), alcune sperimentazioni artistiche e l’integrazione di coreografie aiutarono a ringiovanire la scena musicale del Paese asiatico.
Dagli “idol” all’Expo
A cavallo fra la fine degli anni ’90 e i primi del 2000, l’introduzione della figura degli “idol” e l’export verso il mercato giapponese contribuirono infine alla diffusione del K-pop a livello internazionale. Un ruolo importante lo giocò anche l’avvento delle reti sociali.
Dal 2018, infine, il genere ha vissuto una significativa crescita. Secondo la International Federation of the Phonographic Industry è infatti il sesto mercato musicale più grande al mondo. Un mercato capace di conquistare il pubblico anche all’Expo di Dubai 2020.