British Airways, EasyJet e Ryanair hanno avviato un’azione legale contro il governo britannico contro le regole in vigore dallo scorso 8 giugno che prevedono di mettere in quarantena per tutti gli arrivi internazionali nel Regno Unito, quindi per la maggior parte dei viaggiatori in arrivo, per prevenire il Coronavirus. Per le tre compagnie aeree questa misura, troppo restrittiva e non basata su alcun parere o prova scientifica, avrà un “effetto devastante sul turismo e sull’economia in generale”.
Le compagnie aeree chiedono una soluzione più pratica contro il Coronavirus
In una dichiarazione congiunta le compagnie aeree invitano il governo britannico a riprendere la sua precedente politica, in cui la quarantena contro il Coronavirus era limitata ai passeggeri provenienti da Paesi “ad alto rischio”. Secondo loro questa sarebbe “una soluzione più pratica ed efficace e consentirebbe ai dipendenti pubblici di concentrarsi su altre questioni più significative derivanti dalla pandemia, allineando al contempo il Regno Unito con gran parte dell’Europa che aprirà le sue frontiere a metà giugno”.
Le nuove misure di quarantena, che sono in vigore da lunedì scorso, prevedono che tutti i passeggeri, salvo poche eccezioni, come gli operatori sanitari, debbano compilare un modulo dettagliato con cui si si metteranno in autoisolamento per due settimane. Il provvedimento si applica a prescindere dal fatto che siano o meno cittadini del Regno Unito e chi non si conforma potrebbe essere multato. La quarantena è stata imposta dopo un acceso dibattito sul fatto se potesse aiutare gli sforzi britannici a reprimere l’epidemia nel Regno Unito, che è stato un Paese particolarmente colpito dalla pandemia, o se semplicemente invece eliminasse qualsiasi speranza che l’industria del turismo britannica si possa riprendere dopo mesi di blocco. Sebbene i sostenitori del settore abbiano suggerito che la Gran Bretagna dovrebbe creare “ponti aerei” con Paesi che hanno bassi livelli di contagio, il governo ha esitato.