Un fatto increscioso, con il più tragico esito possibile. Non ce l’ha fatta Belly Mujinga, una donna di 47 anni che lavorava a Londra per controllare i biglietti dei viaggiatori di Victoria Station. La donna è infatti morta per Coronavirus, poche settimane dopo essere stata aggredita a sputi e colpi di tosse da un uomo già infettato dal COVID-19.
Il vergognoso episodio risale allo scorso mese di marzo e riguarda la sfortunata Belly e una collega, entrambe fatte oggetto dello stesso tipo di attacco, tanto vile quanto pericoloso. E infatti entrambe avevano poi contratto il Coronavirus dalla persona in questione (che risulta ancora da identificare). Belly Mujinga ha quindi accusato gravissimi problemi respiratori già pochi giorni dopo l’avvenimento e l’immediato ricovero in terapia intensiva al Barnet Hospital non è bastato a salvarle la vita.
Il lato più oscuro dell’emergenza Coronavirus
Le sue condizioni sono apparse subito disperate e la povera e incolpevole Belly non è riuscita a rispondere alle cure. Il Coronavirus l’ha uccisa già lo scorso 5 aprile, ma solo adesso la notizia è stata resa pubblica dal suo sindacato, la Transport Salaried Staffs Association (Tssa). La 47enne apparteneva peraltro a una delle minoranze etniche che la pandemia ha colpito in maniera più severa.
L’episodio di Victoria Station è solo uno tra i tanti, tristemente analoghi, che si sono registrati nel Regno Unito e in ogni angolo del Pianeta in piena emergenza Coronavirus. Sono stati infatti diversi i lavoratori di servizi essenziali presi di mira da persone comuni costrette al lockdown. Questo però è uno dei primissimi casi di decesso accertato la cui causa è da ricondurre all’inciviltà di un cittadino già infetto.
La rabbia di Londra e i progetti di BoJo
La polizia ferroviaria di Londra ha avviato un’indagine per fare giustizia e scovare le generalità di chi ha aggredito la povera Belly. Nel frattempo il sindacato non ci sta. “Prima di pensare all’alleggerimento del lockdown, il governo dovrebbe assicurare che siano adottate precauzioni e protezioni adeguate. Non vogliamo perdere altre vite umane“, afferma in una nota Manuel Cortes, segretario generale di Tssa.
Boris Johnson, Premier conservatore del Regno Unito, ha già presentato in Parlamento un piano di avvicinamento alla “Fase 2” anche in Gran Bretagna. L’obiettivo è quello di superare il blocco più totale dovuto al Coronavirus a vantaggio di un parziale ritorno al lavoro di alcune categorie.