Il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato all’assemblea generale dell’ONU che la Cina non finanzierà più la costruzione di nuovi progetti energetici a carbone all’estero. Inoltre intensificherà il sostegno ad altri paesi in via di sviluppo per promuovere energia verde e a basse emissioni di carbonio.
L’impegno è arrivato poche ore dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato un piano per raddoppiare gli aiuti finanziari alle nazioni più povere. Biden ha stabilito di stanziare $ 11,4 miliardi entro il 2024 per aiutare quei paesi a passare a un’energia più pulita.
Pressioni sulla Cina per lo stop ai finanziamenti di carbone
L’annuncio di Xi Jimping è stato recepito come un passo importante nella lotta contro il riscaldamento globale. Questo soprattutto perché la Cina – il più grande produttore di gas serra al mondo – finora era stata uno dei principali promotori all’estero dell’utilizzo del carbone.
Il governo cinese ha sostenuto per diverso tempo progetti di carbone nei paesi in via di sviluppo tra cui Indonesia e Bangladesh. I leader mondiali da tempo facevano pressione affinchè la Cina ponesse fine ai finanziamenti allo scopo di raggiungere gli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi.
Molte le reazioni positive all’annuncio di Xi
L’annuncio del governo cinese, a poche settimane dalla Cop26 di Glasgow ha sollevato numerose reazione positive. L’inviato statunitense per il clima John Kerry ha accolto l’annuncio di Xi, definendolo un “grande contributo” e una buona base per il successo a Glasgow.
“Ne abbiamo parlato con la Cina per un po’ di tempo. E sono assolutamente felice di sentire che il presidente Xi ha preso questa importante decisione“, ha detto Kerry in una nota.
Anche Alok Sharma, il ministro britannico a capo della COP26, ha espresso un giudizio positivo sull’annuncio.
“Accolgo con favore l’impegno del presidente Xi di smettere di costruire nuovi progetti di carbone all’estero, un argomento chiave delle mie discussioni durante la mia visita in Cina“, ha affermato su Twitter.
Come ha detto a Reuters Justin Gray, capo di Sunrise Project, un’associazione ambientalista che si concentra sulla transizione energetica, la Cina era l’ultimo ostacolo da abbattere. Gray ha sottolineato come il ruolo cinese nella promozione di nuove centrali era così importante che “se non ci fossero finanziamenti a favore del carbone da parte della Cina, l’espansione dell’utilizzo di carbone nel mondo sarebbe ridottissima o nulla”.
Il problema delle centrali a carbone sul territorio cinese
Sicuramente l’annuncio del governo cinese non può che essere visto in luce positiva e potrebbe portare a una forte riduzione dell’utilizzo del carbone come fonte di energia in tutto il mondo.
Tuttavia, la Cina ha omesso di parlare delle sue centrali a carbone, che al contrario, sono in forte aumento negli ultimi anni. Nel 2020, la crescita del carbone in Cina ha compensato le centrali spente nel resto del mondo, portando al primo aumento globale della potenza da carbone dal 2015. Secondo una ricerca del Centre for Research on Energy and Clean Air, nel 2020 la Cina ha costruito centrali a carbone per una potenza pari a più del triplo di quella installata da tutti gli altri paesi del mondo messi assieme.
Centrali a carbone: la poca coerenza della Cina
Nonostante l’anno scorso Xi Jinping avesse annunciato che la Cina sarebbe stata carbon neutral entro il 2060, sulla carta la strada da fare è ancora tanta. Nell’ultimo piano economico quinquennale, pubblicato all’inizio del 2021, la Cina non ha fissato un obiettivo rigido per le emissioni di C02. L’energia rinnovabile, secondo il piano, è destinata a costituire solo il 20% del mix energetico cinese. Questo lascerebbe quindi molto spazio per un’ulteriore espansione dell’industria del carbone nel paese.
Nonostante dunque gli annunci del governo cinese, occorrerà del tempo per stabilire se verranno concretizzati o meno. Ma, come ha sottolineato l’ONU nel suo ultimo rapporto sul clima, per il pianeta il tempo sta velocemente per scadere.