Il patrimonio di vitigni autoctoni italiani è talmente vasto che spesso è sconosciuto non solo all’appassionato di vino ma anche agli addetti del settore.
Appartiene alla categoria “vitigni che potreste non aver mai sentito nominare” anche il Ribona, vitigno bianco coltivato nelle Marche in provincia di Macerata, noto anche come Maceratino, nomenclatura quest’ultima che si sta lentamente abbandonando a favore di Ribona, anche per evitare qualsiasi allusione o confusione con i vini macerati.
Una produzione di nicchia
Il Direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni, ha recentemente ribadito che “il mondo marchigiano del vino non è solo Verdicchio o Rosso Conero o Lacrima di Morro d’Alba ma è anche Colli Maceratesi Ribona”. Si tratta di una piccola produzione normata da un disciplinare, istituito già nel 1975 e revisionato negli anni a seguire, che include anche le tipologie Colli Maceratesi Bianco (con la centralità della Ribona presente al 70%), Colli Maceratesi Sangiovese e Colli Maceratesi Rosso, e che abbraccia tutta la provincia di Macerata. Nel Colli Maceratesi Ribona il vitigno omonimo è presente almeno all’85% nel blend.
“Parliamo di circa 150.000 bottiglie e di circa 15.000 bottiglie per la tipologia spumante”, comunica Mazzoni.
Un vino che ha attirato l’attenzione dei produttori
Quella del Ribona resta quindi una produzione di nicchia, ma sulla quale si stanno concentrando le maggiori attenzioni dei produttori maceratesi, che sono stati motivati da assaggi convincenti di più di una vecchia annata di Ribona, anche di oltre dieci anni, tirata fuori dagli archivi delle bottiglie aziendali (più spesso familiari) e messe a disposizione per un dibattito interno. Tale confronto si è rivelato illuminante in più di un’occasione tanto da arrivare alla decisione di istituire una Riserva di Colli Maceratesi Ribona, a partire dalla prossima campagna vendemmiale, che prevede il vitigno presente in purezza (Ribona 100%) e un periodo di affinamento obbligatorio in cantina di diciotto mesi. Una novità che gli affezionati conoscitori locali di questo vino attendevano da molto per poterne apprezzare al meglio, a parità di condizioni di produzione, le diverse sfumature sensoriali e territoriali.
Le caratteristiche dei vini
Per prendere confidenza con la tipologia si ha modo di trovare sul mercato diverse e piacevoli espressioni di Colli Maceratesi Ribona e in diverse annate (2020, 2019 e 2018) di vignaioli che hanno scelto già da anni di imbottigliare la Ribona in purezza, senza il supporto di altri vitigni bianchi, anche se ammesso dal disciplinare di produzione.
Il Colli Maceratesi Ribona 2020 di Conti degli Azzoni e quello dell’azienda Boccadigabbia sono vini rappresentanti di giovialità, freschezza e immediatezza, entrambi jolly per aperitivi, brunch all’aperto con gli amici e a tavola su preparazioni leggere a base di frutti di mare e verdure.
Colli Maceratesi Ribona 2020 Conti degli Azzoni
Il Colli Maceratesi Ribona 2020 Conti degli Azzoni -prodotto da una selezione di due vigneti a Montefano (Villa Potenza e Vigneto Cantalupo) a una altitudine di 250 metri slm- ha naso che esprime una buona esecuzione tecnica, lineare ed essenziale, che libera profumi floreali e linfatici, ma anche “gelatinosi” di litchi e gelso bianco. Nella sua semplicità ha un sorso di carattere: parte avvolgente e morbido per poi rinvigorirsi nel sapore grazie a una leggerissima sensazione astringente e un allungo agrumato in persistenza.
Colli Maceratesi Ribona 2020 Boccadigabbia
Il Colli Maceratesi Ribona 2020 Boccadigabbia -prodotto nella tenuta Floriani, appena fuori le mura di Macerata- ha naso di buona intensità, corretto e pulito, tratteggiato da una sponda vegetale, floreale e “cipriata”, con un richiamo sfizioso all’albedo di limone. Ha sorso semplice ed equilibrato, di buona acidità, e croccante per sapori di frutta fresca e succosa, con una chiusura lievemente ammandorlata.
Colli Maceratesi Ribona dell’azienda Saputi di Colmurano
Della stessa annata ma di differente carattere è il Colli Maceratesi Ribona dell’azienda Saputi di Colmurano. Con uve ottenute da un vigneto esposto a sud e situato a circa 400 metri di altitudine slm, il vino si rivela strutturato e “materico” al sorso con una trama di acidità che prova a reggere la quota alcolica (13,5%), e con un naso intenso e dall’approccio caldo, con ricordi di frutta gialla e cereali, rinfrescato appena da profumi di mandarino, radici e mandorle. Un prodotto che può reggere con soddisfazione piatti di pasta all’uovo con funghi e ragù di carni bianche.
Colli Maceratesi Ribona Le Piagge 2019 di Villa Forano
Con il Colli Maceratesi Ribona Le Piagge 2019 di Villa Forano -ottenuto da uve di un vigneto sito ad Appignano a circa 300 metri di altitudine slm- si può avere un’idea dell’intrigante distensione olfattiva cui può arrivare il Ribona se si decide, come nel caso della famiglia Lucangeli, di prolungare di qualche mese la maturazione in acciaio e l’affinamento in bottiglia in cantina prima della commercializzazione.
Se ne ottiene senza dubbio un profumo meno impattante sulle note dolci e fruttate ma più “arioso” con una definizione floreale più raffinata, con percezioni fruttate più selvatiche e originali a ricordo di renetta e nespole. Bonus gustativo per l’equilibrio: resta un vino che si muove con discrezione e continuità di beva, impassibile alla lotta in essere tra spinta glicerica e spinta acida, e che lascia un buon ricordo di sé. C’è da provare a preparare in casa un piatto tipico maceratese: i suricitti, gnocchi a base di polenta e salsiccia (fritti!).
Colli Maceratesi Ribona Altabella di Fontezoppa
Il Colli Maceratesi Ribona Altabella di Fontezoppa nell’annata 2019 è figlio di una sperimentazione: è la prima volta che si introduce per la maturazione il passaggio in anfora del 15% della massa. L’intento dichiarato è quello di arricchire lo spettro aromatico del Ribona offrendo un naso subito intrigante, sicuramente intenso, dai profumi ammiccanti di spezie orientali, erbe aromatiche (salvia soprattutto) e qualcosa di agrumato. Strutturato al sorso, a tenere su l’alcol pensa più la sapidità che la freschezza. Ci sono da scomodare per un grande abbinamento le minestre maritate o il pesce in guazzetto.
Colli Maceratesi Ribona Paucis
La Cantina Sant’Isidoro con il suo Colli Maceratesi Ribona Paucis 2018 si pone già oggi come esempio di cosa ci si potrebbe attendere dalla futura tipologia Riserva. Ottenuto dal frutto di uve raccolte nei vigneti in proprietà a Colbuccaro di Corridonia, dopo la fermentazione avvenuta tra acciaio e legno, il vino sosta per la maturazione tra acciaio e legno per almeno nove mesi cui segue un affinamento in bottiglia di un anno.
Se ne ottiene un vino dall’abbraccio olfattivo caldo e consolante, di una certa profondità, tutta da indagare, che si racconta lentamente con sensazioni di frutta gialla matura, fiori gialli carnosi, qualcosa di cerealicolo (spiga di grano) e una velatura a ricordo di fragranza di pane appena sfornato; al sorso è denso, di buona struttura e rispondente dal punto di vista aromatico con una leggera tannicità che lo rivitalizza quel tanto che basta per fronteggiarne il fiato alcolico. Non lunghissimo ma reggerà anche secondi a base di carni bianche: il potacchio maceratese su tutti.