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Un monito in piena regola all’Italia, proveniente da Bruxelles. Lo lancia Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione europea, a proposito dei sostegni comunitari dovuti dall’Europa al nostro Paese e non solo.
I numeri dell’Italia che spaventano l’Europa
“Per quanto riguarda il fisco, dobbiamo continuare a fornire sostegno mirato e temporaneo nel 2022 – ha spiegato Dombrovskis –. Nel complesso, gli Stati membri dell’Unione europea hanno piani di bilancio che permettono un sostegno a bilanci e investimenti“. Ma l’Europa ha notato qualcosa che non va: “In alcuni casi, tuttavia, abbiamo una parola di cautela per quanto riguarda l’aumento della spesa nazionale“.
Tra gli Stati d’Europa in maggiore difficoltà figura infatti anche il nostro. “La valutazione fatta sull’aumento della spese correnti di Lituania, Lettonia e Italia ci ha mostrato che per la Lituania è del 2,2% del Pil, per l’Italia dell’1,5%, e per la Lettonia è dello 0,8%. La nostra posizione è assicurare che le misure di supporto siano temporanee e mirate, e che non lascino un onere permanente sulle finanze pubbliche“, ha sottolineato Dombrovskis.
I tempi da rispettare e gli accorgimenti da adottare
“Quando le condizioni lo permettono – ha proseguito – è necessario diminuire il deficit e far diminuire il debito“. E l’Europa potrebbe tornare a bussare severamente tra non molto: “Le misure verranno disattivate nel 2023, attualmente sono ancora attive. Per quanto riguarda le procedure di deficit eccessivo di aprile 2020, siamo arrivati all’obiettivo intermedio di aprile 2021. Pertanto la procedura, attualmente, non è in corso. Dobbiamo avere progressi ulteriori, anche per correggere gli sbilanci macroeconomici dovuti alla pandemia“.
L’Europa, insomma, non è ancora intervenuta. Ma ci sta già guardando con grande attenzione. “Ciò è particolarmente rilevante per gli Stati membri fortemente indebitati. Ecco perché abbiamo inviato questa piccola nota di cautela a questi tre Stati membri“, ha concluso il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, nel suo intervento rivolto alle commissioni Affari Economici e Occupazione del Parlamento europeo.