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Il Recovery Fund entra nel vivo. “Dall’ultimo dialogo, la Commissione europea ha esborsato un prefinanziamento ai primi nove Stati membri. Nello specifico Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo e Spagna. Domani vedremo un ulteriore esborso fatto alla Danimarca. Croazia, Cipro e Lettonia seguiranno presto“. Così il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, in audizione alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo.
“Con questa decisione del Consiglio, il lavoro sulla Facility entra in una nuova fase, concentrata sull’applicazione – ha spiegato Dombrovskis –. In questa fase, il controllo e il monitoraggio saranno fondamentali. In parallelo a questi accordi sul finanziamento, stiamo preparandoci a concludere un accordo operativo che ogni Stato membro stipulerà. In esso vengono dettagliate le condizioni tecniche per il monitoraggio e l’attuazione del Recovery Plan nei prossimi sei anni“.
Nuove scadenze, insomma, di cui ogni Stato membro che fa parte dell’Unione europea e che ha accesso al Recovery Plan dovrà tenere conto. Inclusa, ovviamente, l’Italia. “La Commissione europea – ha aggiunto ancora Dombrovskis – prevede di ricevere le prime richieste di pagamento nel corso di questo mese. Esse saranno seguite da delle richieste per almeno cinque Stati membri entro la fine dell’anno“.
“La Commissione europea si aspetta una regolare richiesta di pagamenti alla fine del mese dalla Spagna, a ottobre dalla Grecia, a novembre dalla Francia, a dicembre da Italia, Danimarca e Slovacchia. Questo stando alla attuale programmazione. Ogni richiesta di pagamento avrà bisogno di una verifica per vedere il rispetto dei target“, ha concluso Dombrovskis.
All’indomani dell’arrivo dei primi 25 miliardi dall’Europa, era stato il premier Mario Draghi a inquadrare l’importanza del Recovery Fund. I soldi devono essere “spesi tutti, ma soprattutto spesi bene. In maniera efficiente, efficace, ma anche con onestà. Nelle ultime settimane abbiamo già fatto importanti passi” sulle prime riforme, come governance e semplificazioni. Questo ciò che aveva garantito il presidente del Consiglio, era il mese di giugno. Ora Dombrovskis e la Commissione europea hanno fissato le date entro cui rendere conto dei nostri investimenti.
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