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Delle 1.620 dosi destinate agli ospedali lombardi, 10 flaconi (equivalenti a 50 dosi del vaccino anti Coronavirus) sono arrivati all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo questa mattina prima delle 12. Fu la struttura simbolo del contrasto alla pandemia nei primi mesi dell’emergenza.
Come il vaccino è arrivato a Bergamo e come sarà somministrato
Il vaccino è stato trasportato da convogli AREU, scortato dalla Polizia e consegnato ad Oliviero Valoti, responsabile AAT Bergamo. Quest’ultimo l’ha quindi trasferito al Centro Prelievi dell’Ospedale del capoluogo orobico. Qui, in un box dedicato, sono in corso di allestimento le siringhe per la somministrazione.
Nei locali del Punto Prelievi dell’Ospedale di Bergamo in queste settimane sono in corso anche le vaccinazioni antinfluenzali. Ad eseguire le iniezioni del vaccino anti Coronavirus sarà l’équipe della Medicina del Lavoro del Papa Giovanni XXIII, guidata da Daniela Borleri. Quattro infermieri, tre medici e tre farmacisti a partire dalle 15 gestiranno due box. Qui due persone verranno vaccinate contemporaneamente mentre al desk si procederà al consenso informato.
I programmi di contrasto all’influenza continuano
L’Ospedale Papa Giovanni XXIII ha peraltro confermato che fino al 31 gennaio 2021 sarà possibile continuare a prenotare il vaccino antinfluenzale, che ovviamente non avrà conseguenze rispetto a quello contro il Coronavirus. Sul sito della struttura compare anche un elenco delle categorie a cui sono rivolte tali sedute. Tra esse figurano minori di età compresa tra 6 mesi e 18 anni, adulti con un’età compresa tra i 60 e i 65 anni, donne in gravidanza e in periodo post partum, familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze. Inoltre potranno partecipare coloro che soffrono di malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio o dell’apparato cardio-circolatorio, ma anche chi soffre di malattie renali, infiammatorie croniche o diabete.
Il vaccino antinfluenzale è comunque somministrabile a soli pazienti che presentino determinati requisiti. Uno di questi è che la temperatura corporea non superi i 37,5 °C. Quest’ultimo è un sintomo infatti non solo di influenza ma, potenzialmente, anche del Coronavirus.