Vax Day: a Codogno il bacio
del soccorritore al vaccino

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“Non sono emozionato ma fiero di aver portato qui un po’ di speranza. Credo che siamo sulla strada buona per riprenderci tutti”. Queste le parole di Marco, soccorritore Areu che da Milano ha trasportato le 50 dosi del vaccino anti Covid destinate a Codogno, la città simbolo di questa pandemia. Alla consegna della busta con le fiale alla dottoressa Elena Gambara, direttrice della farmacia dell’Ospedale di Codogno, il soccorritore Areu non ha resistito e ha baciato il contenitore del vaccino. “È stato un bacio ideale”.

È proprio nel comune nel lodigiano che tutto purtroppo è cominciato. Era il 20 febbraio. Laura Ricevuti, medico del reparto di Medicina dell’ospedale di Codogno, e Annalisa Malara, anestesista di Cremona, decidono di compiere un gesto che la prassi clinica all’epoca non prevede. Ma che, di fatto, cambierà per sempre la vita di tutta l’Italia e, col tempo, anche quella del resto del mondo. Chiedono l’autorizzazione di un tampone immediato all’azienda sanitaria. Mattia Maestri, un manager 38enne amante dello sport, si era presentato nel Pronto Soccorso di Codogno 48 ore prima e le lastre evidenziano una leggera polmonite. Sarà lui il paziente 1:  il primo paziente italiano, accertato nel nostro Paese, affetto da Coronavirus.

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Mi hanno dato questa opportunità e io ho accettato, mi sembrava giusto, anche essendo la più vecchia, bisogna crederci per poter tornare a una vita normale e l’unico modo è vaccinarci tutti”. Così Lucia Premoli, infermiera di Codogno e tra le prime a vaccinarsi nel V-Day. Fu tra il personale ospedaliero che curò il paziente 1. “Non fa male, sto benissimo e il richiamo sarà il 18 gennaio”.

Vax Day, non solo Codogno: distribuite le dosi di vaccino anti Covid in Lombardia

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Sono partite dal piazzale dell’ospedale Niguarda di Milano le automediche di Areu con le dosi di vaccino. Dopo una breve cerimonia le automediche sono partite verso i 13 hub regionali in vengono somministrate le prime dosi di vaccino anti Covid. Da Codogno ad Alzano, luoghi simbolo della pandemia, dagli Spedali civili di Brescia all’ospedale circolo di Varese, dal San Matteo di Pavia al Giovanni XXIII di Bergamo, fino al Pio Albergo Trivulzio e all’ospedale Sacco di Milano. Le parole di Alberto Zoli, direttore generale Areu e Matteo Martellucci, comandante della compagnia Carabinieri Milano Duomo.

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