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Pfizer ha ridotto temporaneamente le consegne dei vaccini anti Covid in tutta Europa. Italia compresa. La casa farmaceutica americana ha avvertito che il rallentamento nella distribuzione si è reso necessario al fine di “migliorare le proprie capacità di produzione“. Un ritardo che, inevitabilmente, preoccupa la comunità scientifica.
“Siamo con il fiato sospeso per riuscire a governare al meglio la gestione della seconda dose secondo la tempistica giusta, perché, a oggi, la scheda tecnica ci impone questa doppia dose a distanza di 21 giorni“, fa sapere il direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco.
E ancora: “Quando si è deciso di scegliere una prima e unica ditta produttrice, problematiche di produzione e distribuzione, dovevano essere considerate“.
Vaccini, Pregliasco: “Il meccanismo di produzione e distribuzione deve essere oliato”
Secondo Pregliasco era inevitabile che, visti i tempi assai ristretti, si accumulassero ritardi nella produzione e nella distribuzione dei vaccini. “Ogni cosa che riguarda il Covid tende a polarizzarsi: o in maniera positiva o in maniera negativissima. Una campagna vaccinale così importante e così imponente avrà e ha degli altri inciampi“, spiega.
E ancora: “Il Vaccine Day del 27 dicembre forse ha creato troppe aspettative. Si sapeva ed era stato detto che si trattava di un momento simbolico soprattutto per coordinare a livello europeo una partenza. È importante però ricordare che in un anno si ha avuto la diponibilità di un vaccino e si sta avendo la disponibilità di altri, cosa inusitata. Quindi è ovvio che gli aspetti riguardanti la produzione e la distribuzione debbano essere oliati. All’inizio c’è stata forse una enfatizzazione della corsa tra le Regioni per essere più ‘vaccinatrici’ rispetto ad altre. Oggi, però, quelle che hanno esagerato sono più in difficoltà nel garantire la seconda dose. Questa campagna vaccinale funziona un po’ come un diesel…“.
Zona Rossa Lombardia, Pregliasco: “Delegare ai giudici un problema”
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Il direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi si è poi soffermato sulla decisione della Lombardia di affidarsi al Tar per il ricorso in merito all’istituzione di una nuova Zona Rossa in Regione dopo le festività. “Affidarsi al Tar per queste decisioni è un problema perché in questo modo vengono effettuate delle scelte su basi non scientifiche. La legislazione italiana è particolarmente capziosa e presta il fianco ad attacchi strumentali“, sottolinea Pregliasco.
“I dati generali – aggiunge il professore -, sono in miglioramento. Le scelte prese tramite algoritmi e mediazioni non vanno ridicolizzate perché tentano di mantenere un equilibro tra contenimento del contagio e necessità economiche e sociali“.