Tre anni esatti fa la tempesta Vaia colpiva il nord-est italiano: uno dei peggiori episodi di cambiamento climatico mai avvenuti in Italia. L’evento meteorologico estremo che interessò quasi essenzialmente l’area montana delle Dolomiti e delle Prealpi Venete portò sulla regione vento fortissimo e piogge persistenti, a partire dal 26 fino al 30 ottobre 2018. In soli tre giorni caddero al suolo sulle aree montane del Veneto e del Trentino fino a 715,8 millimetri di pioggia. La stima definitiva dei danni in Friuli Venezia Giulia, secondo la Protezione Civile regionale, ammontò a 615 milioni di euro. In Veneto (la Regione più colpita) i danni vennero valutati in 1,769 miliardi di euro. Mentre le stime per il Trentino sono sui 250-300 milioni di euro e 85,4 milioni in Alto Adige.
La tempesta Vaia sta avendo conseguenze lunghe nel tempo
La tempesta Vaia abbatté con la sua forza 42 milioni di alberi, per un danno di 4 miliardi di euro. Un intero ecosistema venne spazzato via in una sola notte. Vari progetti, come quello della Giant Trees Foundation Onlus, nacquero con l’intenzione di ripristinare una parte dei danni causati dal vento e dalla pioggia di quel fine ottobre 2018. Tuttavia, dopo oltre mille giorni da quella tragedia ambientale, la ferita, invece di guarire, si è infettata. Questo a causa di una “seconda tempesta”, l’attacco di un insetto (il bostrico tipografo) contro i boschi già stressati dalla tempesta Vaia e dal caldo. È stato definito “long Vaia”. E ora rischia di raddoppiarne i danni.
L’uragano Mediterraneo di lunedì 25 in Sicilia
Il tutto a pochissime ore di distanza da un’altra tempesta: l’uragano Mediterraneo, che si è abbattuto sulla Sicilia e ha causato due vittime a Scordia, il paese della Piana di Catania maggiormente colpito dal maltempo. In poche ore è caduta la pioggia di sei mesi. In tre ore sono caduti 250 millimetri d’acqua e le strade si sono velocemente trasformate in fiumi in piena di acqua e fango che hanno travolto alberi, auto e persone, invadendo case, garage e negozi e allagando vie di collegamento e campagne. Sono questi gli effetti di un’alluvione accompagnata da violente raffiche di vento che hanno raggiunto i 100 chilometri l’ora. Ulteriori conferme che ci raccontano la difficoltà di adattamento del territorio italiano alla crisi climatica.