Sicilia, l’Etna torna a fare paura: colpo di coda di un’estate da incubo

Un livello di allerta che cresce ora dopo ora, fino a raggiungere il massimo livello. L’Etna torna a far paura, con il cratere di sud-est tornato in attività in queste ore, e passato progressivamente da attività stromboliana a fontana di lava. Tanto da produrre una nube di cenere che ha raggiunto i 9 km di altezza. È il colpo di coda di un’estate che, in Sicilia, ha presentato emergenze climatiche e ambientali di ogni genere.

L’evoluzione dell’eruzione dell’Etna

L’eruzione dell’Etna, visibile anche da Catania e Taormina, è sotto l’attenzione dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Intanto l’Ingv, come spiega l’Ansa, ha emesso un allerta per il volo (Vona) di colore rosso. Tuttavia l’attività del vulcano non sta avendo effetti sui trasporti in Sicilia. Nemmeno quelli via aria, dato che l’aeroporto internazionale di Catania sta svolgendo le proprie attività regolarmente.

Nel frattempo, però, l’ampiezza media del tremore vulcanico aumenta, e la tendenza è a un ulteriore incremento. A partire dalle ore 8:55 di martedì mattina, peraltro, oltre all’attività dell’Etna si è iniziata a registrare anche l’attività infrasonica. Un ulteriore problema, al termine di un’estate caratterizzata in Sicilia da caldo record, incendi e problemi di svariata natura e origine.

Sicilia, una stagione di emergenze

A cavallo tra luglio e agosto, infatti, la Regione aveva vissuto una drammatica emergenza incendi. Su precisa richiesta proprio della Regione Sicilia, era arrivata la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del sistema di protezione civile. A firmarla fu il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il provvedimento era incluso in uno specifico Dpcm emesso dal capo del governo.

A fine luglio era arrivato un altro allarme, lanciato dai forestali. “Ormai questo è un incendio unico. Siamo impegnati in massa e ci sono stati diversi operai che si sono infortunati nel corso dello spegnimento del rogo da terra“, avevano spiegato. Falcidiata la provincia di Catania e anche il capoluogo. In provincia di Palermo, invece, si segnalavano vasti roghi alimentati anche dalle temperature inclementi e da forti, torridi venti. D’altronde il mese di agosto ha presentato temperature record, anche in Sicilia. La morsa di Lucifero aveva portato la colonnina di Mercurio a raggiungere anche 48 gradi. A riprova di un’estate drammaticamente indimenticabile sull’Isola.

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