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Davanti all’azienda di forniture chirurgiche Cso di Scandicci, provincia di Firenze, si sono riuniti operai della stessa ditta e di altre realtà regionali per una protesta contro il licenziamento di Paolo Bonardi e Andrea Sarti. I delegati sindacali sono accusati di aver utilizzato la loro sigla nel volantino diffuso sui social network per questioni sindacali. Stefano Cecchi, coordinatore regionale di Usb Toscana: “È una cosa terribile. Questi lavoratori sono stati licenziati perché facevano attività sindacale, hanno presentato una piattaforma di richieste. Che altro dovevano fare, il sindacato sta qui per questo. Questa non è un’azienda di 3 o 4 persone, ma 170 lavoratori“. Paolo Bonardi, il delegato sindacale della Cso licenziato spiega: “Sono stato prima sospeso e dopo 5 giorni licenziato per diffamazione solo perché è stato divulgato sui social un volantino scritto dalla mia sigla sindacale. È circolato sui social network. Eravamo in stato di agitazione per chiedere il rinnovo del contratto di secondo livello. All’inizio sembrava tutto andar bene. Invece poi ci hanno diffidato e sospeso“.
“Questa forma di licenziamento mi fa ripensare agli anni ’50 e ’40. Mi riporta indietro di tantissimi anni. Purtroppo siamo in una fase in cui il lavoro non è considerato da nessuno in questo Paese, basta vedere i licenziamenti via email, WhatsApp o Zoom. Ormai i lavoratori valgono meno delle merci che manipolano. Ringraziamo tutte le forze che hanno partecipato a questa protesta. Andremo avanti fino a quando Paolo e Andrea non rientreranno a lavorare“, ha spiegato Stefano Cecchi.