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Parole di grande commozione da parte di Renzo Piano, padre del nuovo viadotto di Genova, all’inaugurazione dell’opera: “È un ponte frutto di un lutto. Il lutto non si dimentica, il lutto si elabora. Qui ci siamo smarriti e qui ci ritroviamo per ringraziare chi ha costruito il ponte con rapidità. Ringrazio chi ha lavorato a questo ponte, l’energia che ci ha messo con rapidità, ma senza fretta“.
L’idea di Renzo Piano per il ponte
“Io ho dato l’idea di un ponte che attraversi piano piano la valle, passo per passo, quasi chiedendo permesso – ha proseguito Piano –. È stato il più bel cantiere che io abbia avuto in vita mia“.
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Renzo Piano ha anche voluto spiegare il senso che ha voluto dare alla sua opera: “È un ponte di luce. Da qui, chi viene dal Nord, vede la luce che arriva dal mare. Penso al poeta Giorgio Caproni che definisce ‘Genova di ferro e di vento’. Vorrei che questo ponte venisse visto così, forgiato nel vento“.
“Tra tragedia, orgoglio e riconoscenza”
Durante il suo discorso all’inaugurazione del nuovo ponte San Giorgio di Genova, Renzo Piano ha aggiunto con voce commossa: “Dobbiamo riconoscenza per tutti coloro che hanno lavorato al ponte. Chi lavora alla fine della fatica si aspetta una perla. La perla è la riconoscenza“.
L’architetto ha quindi voluto sottolineare la delicatezza di lavorare su un’opera del genere. “Qui siamo sospesi tra tragedia e orgoglio e riconoscenza. Ma non parliamo di miracolo, qui è successa una cosa bella per il Paese. Costruire è una magia. I muri non vanno costruiti, i ponti sì e farlo è bellissimo, è un gesto di pace. Anche questo cantiere è magia, un cantiere su cui in cui su tutto prevalgono solidarietà, passione, amore“. Piano ha concluso dicendo: “Spero che questo ponte sia amato. Ora è vostro, lunga vita al ponte“.