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“Forzare la gravidanza è violenza sulle donne”, “Combattete il virus non le donne”, “Solidarietà alle donne polacche”. Questi alcuni degli slogan scritti sui cartelli mostrati durante una manifestazione “improvvisata” a Roma per dire “no” alla legge che in Polonia vieta l’aborto. L’associazione Polonia x Europie, insieme con Non Una Di Meno, ha organizzato una passeggiata dalla sede del consolato di via San Valentino a quella dell’ambasciata in via Rubens, dove poi sono state lasciate rose bianche e rosse sul cancello. “Oggi è una giornata particolare perché in Polonia uomini e donne scioperano dal lavoro in tutto il Paese contro questa sentenza. La nostra è un’azione di solidarietà“, ha spiegato l’organizzatrice della marcia Alina Stocka.
I casi in cui è previsto l’aborto in Polonia
La protesta di Roma è una conseguenza della sentenza con cui la Corte Costituzionale Polacca ha dichiarato incostituzionale la legge del 1993 che consentiva l’interruzione di gravidanza in caso di gravi malformazioni del feto. Ora in Polonia una donna può abortire solo se la sua salute è a rischio o se il concepimento è stato la conseguenza di una violenza sessuale. Secondo varie organizzazioni femministe, questa scelta potrebbe determinare un aumento dei ben più rischiosi aborti clandestini. Ancora prima della sentenza, tra le 100mila e le 200mila donne polacche ricorrevano a questa pratica.