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Sono passati alcuni giorni dalla pubblicazione del video che ha documentato le violenze perpetrate all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere e le polemiche non accennano a placarsi. Le immagini, crude e inequivocabili, sono state commentate da varie persone vicine al mondo delle carceri. Tra queste c’è anche Emanuela Belcuore, garante dei detenuti di Caserta.
“Sono certa che si innescherà una reazione a catena e verrà giù tutto un sistema“, ha dichiarato. “Non dimentichiamoci che dietro il braccio che ha malmenato c’è sempre una mente. Chi ha delle responsabilità deve sempre essere al corrente di quello che succede in propria assenza. Ieri sono stata in carcere e il clima è leggermente più disteso perché i detenuti non si ritrovano più faccia a faccia con gli agenti protagonisti della mattanza. Ma i detenuti sono preoccupati anche per i loro trasferimenti. Gli agenti che non sono stati riconosciuti? Spero riescano a poggiare la testa sul cuscino e spero che riescano a trovare anche il coraggio di autodenunciarsi. Il blackout dell’informazione è rientrato la sera stessa alle 21.00. Sembra che alcuni agenti volessero consegnare i giornali ma togliendo le foto degli agenti coinvolti“.
Pestaggi in carcere, Ciambriello: “Santa Maria Capua Vetere non è un caso isolato”
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Anche Samuele Ciambriello, il garante dei detenuti della Campania, ha commentato quel che è successo a Santa Maria Capua Vetere. “Nessuno parla della vicenda di Melfi e non avete idea di cosa sia successo lì. Guarda caso lì ci sono 12 detenuti tutti morti per overdose. C’è un sistema di complicità e di rimozione. Noi dobbiamo dire che in Italia c’è un clima di forcaioli e giustizialisti e in questo clima si crea una sorte di immunità e impunità“.
“Ci sono anche altri video di Santa Maria Capua Vetere, a livello nazionale c’è stata un po’ di superficialità e solo ora stanno trasferendo dei detenuti. Così al danno si aggiunge la beffa. Ora il clima è ancora pesante e noi veniamo indicati come coloro che l’hanno causato. Questi non sono temi locali, in questo momento in sei regioni d’ Italia ci sono processi in corso per maltrattamenti. C’è quasi una normalità in queste cose, Santa Maria non è un’eccezione. Questa è una cultura di branco, non c’è da meravigliarsi“.