[scJWP IdVideo=”l4MV5erk-Waf8YzTy”]
“Il 23 maggio di un anno fa il drammatico intervento per la cabina della funivia Stresa-Alpino-Mottarone (VB) precipitata tra i boschi, con 15 persone a bordo. Il pensiero va alle 14 vittime della tragedia“. Lo scrive su Twitter l’account ufficiale dei Vigili del fuoco, pubblicando un video in ricordo.
Mottarone: la cronistoria della tragedia
Solo lo scorso 8 novembre si è riuscito a procedere alla rimozione della cabina della funivia del Mottarone, dopo quasi sei mesi di problematiche di varia natura a livello logistico e anche giuridico. I rottami, protetti da uno speciale telo per evitare che possa essere perso anche il pezzo più piccolo, furono agganciati da un elicottero Erickson S64 per essere trasportati al campo sportivo di Gignese. Quindi nel capannone della Provincia al Tecnoparco di Verbania-Fondotoce. In quella sede i periti della Procura e delle difese hanno aperto una nuova fase dell’indagine, coordinata dalla Procura di Verbania.
Le indagini riguardavano il contratto di manutenzione della funivia del Mottarone. Si suppose infatti che l’incidente avvenne a causa della rottura della fune traente. A scatenare il tutto sarebbe stato il blocco al sistema frenante di emergenza. Secondo il capo servizio della funivia, Gabriele Tadini, lo stratagemma di lasciare inserito il forchettone era ampiamente utilizzato sulla funivia. Era stato individuato come un rimedio per risolvere alcuni rumori, provocati forse da una perdita di pressione del sistema frenante della cabina. Un problema già segnalato alla manutenzione, che per due volte l’aveva affrontato senza risolverlo.
Il dramma del piccolo Eitan
Altra vicenda che aggiunse dramma alla tragedia fu quella legata al piccolo Eitan. Presente sulla funivia in quel tragico 23 maggio, il bimbo perse il papà Amit, la mamma Tal, il fratellino di due anni Tom e i bisnonni Barbara e Itshak. Nei mesi successivi finì poi, suo malgrado, al centro di una disputa legale tra i parenti per la sua custodia.
Addirittura nel settembre 2021 arrivò una denuncia per sequestro di persona. Smhuel Peleg, il nonno materno di Eitan, visitò il nipote a Pavia, dove alloggia da una zia paterna, e poi lo ricondusse con sé in Israele senza l’autorizzazione dei parenti. A presentare la denuncia fu proprio la zia, Aya Biran, nominata tutrice legale del bambino dopo i fatti del Mottarone. In agosto fu una zia materna, Gali Peri, a ritenerlo “in ostaggio” da parte dei suoi attuali tutori.