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Nel corso della mattinata di sabato 10 aprile si è tenuta una manifestazione con decine di persone davanti al Pio Albergo Trivulzio, a Milano. I manifestanti si sono ritrovati davanti alla struttura per anziani per chiedere chiarezza circa quanto avvenuto in questi 14 mesi dall’inizio della pandemia da Covid-19. Ma non solo. Perché hanno chiesto anche delle linee guida chiare per poter tornare a far visita ai propri cari in presenza.
“Siamo semplicemente dei familiari disperati che da più di un anno chiedono di rivedere i propri cari in sicurezza”. Queste sono le parole di Roberta Nagero, del Comitato Anchise, presente al presidio di fronte al Pio Albergo Trivulzio insieme a Medicina Democratica e altre associazioni.
“Non abbiamo più lacrime da versare e non vogliamo essere compatite”, ha aggiunto Nagero. “Chiediamo solo che vengano rispettate e adottate linee guida per tornare a visitare le persone a noi care di persona. Prima era il Covid ad uccidere gli anziani. Ora è la solitudine”.
Manifestazione a Palazzo Lombardia contro la gestione Covid
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Anche dall’altra parte di Milano, di fronte a Palazzo Lombardia, decine di persone si sono riunite con pentole e padelle. La manifestazione, organizzata dai Sentinelli insieme con Arci, Medicina Solidale e Casa Comune, è una “pentolata” realizzata “per chiedere a Fontana di andarsene. Per dire che in Lombardia è andato tutto male”.
Ai partecipanti alla manifestazione è stato chiesto di presentarsi con pentole, padelle, coperchi e mestoli per farsi sentire. “Gestione inadeguata, sanità commissariata”, si legge su uno degli striscioni portati di fronte a Palazzo Lombardia.
“Vogliamo semplicemente che chi ha governato Regione Lombardia e l’emergenza sanitaria disastrosamente vada a casa. Questo chiedendo scusa ai cittadini lombardi. Non è passato un giorno senza che abbiano combinato un disastro, fatto magheggi o distorto i dati”, ha detto uno dei manifestanti.
“Chiediamo la dimissione di questa giunta o il commissariamento da Roma”, hanno spiegato i manifestanti. “Siamo stanchi dei continui ritardi nella campagna vaccinale”.