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Proseguono le proteste degli operai della Gkn di Campi Bisenzio. La multinazionale britannica ha chiuso i battenti nella fabbrica alle porte di Firenze e rischia di lasciare a casa 600 persone, 422 operai più l’indotto. Non solo. Il licenziamento è stato annunciato con una semplice email, poco dopo che il governo aveva posto fine al blocco dei licenziamenti.
Oggi pomeriggio sono arrivati a Firenze in occasione del vertice in Prefettura con la viceministra dello Sviluppo economico Alessandra Todde. Sindacati, operai, famiglie. Tutti davanti al palazzo delle istituzioni per manifestare contro la decisione della multinazionale.
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Todde ha utilizzato toni duri nei confronti dell’azienda. E ha polemizzato sul fatto che alla riunione non fosse presente nessun rappresentante né del fondo finanziario né del gruppo industriale.
“Non si tratta di un’azienda in crisi, non hanno neanche richiesto ammortizzatori sociali. È stato un licenziamento di 422 persone più l’indotto piovuto dall’alto – ha dichiarato la viceministra -. Oggi c’era un tavolo istituzionale per discutere di un percorso e di possibili soluzioni. L’azienda ha scelto totale chiusura, di non confrontarsi, e ha dato quasi l’idea che le istituzioni di questo Paese non contassero nulla”.
È da giorni che gli operai della Gkn sono in assemblea permanente contro la chiusura dello stabilimento che rifornisce materiale per la Fiat. I sindacati non abbassano la guardia e i lavoratori di turno si presentano regolarmente in azienda. Continuano ad arrivare rappresentanti delle istituzioni, sindaci e politici. Tra loro anche l’ex ministro dello Sport Luca Lotti.
Tuttavia c’è molta diffidenza tra gli operai, che accusano le istituzioni di non fornire soluzioni concrete. E anzi, di sfruttare la situazione per fare delle passerelle sulla pelle degli operai licenziati della Gkn.
Il sindaco di Campi Bisenzio Emanuele Fossi, intanto, ha deciso di emanare un’ordinanza che vieta ai mezzi pesanti di transitare nei pressi dell’azienda. L’obiettivo, come afferma lo stesso primo cittadino, è quello di “evitare lo smantellamento del sito”.
È da alcuni giorni che la politica sta riflettendo su un possibile ripensamento della normativa dei licenziamenti dopo il caso Gkn. “Licenziamenti? Inevitabile che queste cose accadano, ma non in questo modo. Non vogliamo il Far West“, aveva commentato giorni fa anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
Modalità di licenziamento definite “inaccettabili” anche dal ministro del Lavoro Andrea Orlando del Partito Democratico. E il segretario dei dem, Enrico Letta, è andato oltre. “Se questo è l’andazzo dopo il 30 giugno, vuol dire che va cambiato”, ha dichiarato. Chiedendo al governo di rivedere la misura.
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