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Da ieri sera è stata occupata la Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze in piazza Brunelleschi. Il collettivo Studenti in Lotta ha deciso di compiere questo gesto per denunciare l’assenza di un piano di rientro in sicurezza.
La richiesta degli studenti di Firenze
Così Pietro Crisi, di Studenti in Lotta: “Dopo tutta una serie di incontri fallimentari vogliamo mandare un segnale forte al rettore e alle istituzioni universitarie. Perché così non si può continuare ad andare avanti“. E la polemica, dall’Università di Firenze, è chiara: “È più di un anno che siamo in questa situazione e ancora non è stato inaugurato un effettivo, reale e concreto piano di riapertura in sicurezza“.
“Ci stiamo mobilitando da un anno per un impegno più concreto di quello che è stato fatto per la riapertura in sicurezza e in presenza“, spiega Pietro. Quindi la motivazione dietro la decisione operata dagli studenti alla Facoltà di Lettere di Firenze: “La scelta di occupare viene dopo una serie di settimane di mobilitazione, di incontri con il rettore e le istituzioni universitarie. Incontri sostanzialmente fallimentari, in cui non c’è da parte del rettore un concreto impegno nel voler risolvere la situazione universitaria e nel garantire il diritto allo studio“.
Le richieste al rettore e non solo
L’urlo degli studenti di Firenze è forte e chiaro: “Vogliamo mandare un messaggio forte al rettore, perché così non si può più andare avanti. È più di un anno che siamo in questa situazione e ancora non è stato elaborato un effettivo piano di rientro in sicurezza. Chiediamo che gli studenti possano seguire le lezioni in presenza indipendentemente dalla fascia di rischio in cui ci troviamo. Il diritto allo studio deve essere garantito sempre“.
“Domani ci sarà un consiglio di ateneo straordinario, dopodomani un senato accademico straordinario. Gli organi saranno chiamati a decidere delle prossime misure per quanto riguarda l’Università di Firenze. Quindi questi giorni sono per noi fondamentali, ed è per questo che abbiamo deciso di occupare“, ha concluso Pietro Crisi in rappresentanza degli studenti.