Firenze, sit-in per diritto allo studio: “No tasse fino ai 30 mila euro”

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Il collettivo universitario di Studenti in Lotta per il diritto allo studio si è riunito a Firenze in piazza Brunelleschi, nella sede della biblioteca di Lettere e Filosofia. È avvenuto in occasione della riunione del Coreco, l’assemblea dei rettori regionali. Proprio a questi ultimi è stata chiesta una mano per il pagamento delle rette universitarie.

Firenze: le richieste degli studenti

Abbiamo già avuto un incontro con il rettore qualche giorno fa. Già in quella occasione gli abbiamo chiesto una no tax area fino ai 30 mila euro di Isee già per la seconda rata di quest’anno“, spiegano gli studenti di Firenze. Le cui richieste non finiscono qui: “Abbiamo chiesto anche la garanzia di esami di profitto in presenza già per la sessione estiva di quest’anno accademico. In più la creazione di protocolli certi per lo svolgimento della didattica, quantomeno in modalità mista“.

Un nuovo modo di fare lezione, dunque. Che secondo gli universitari di Firenze dovrà avere luogo “con un sistema che vada al di là della situazione contingente e riesca a prevedere protocolli certi da subito“. In altre parole, il nuovo sistema didattico dovrebbe essere istituzionalizzato in modo da fare fronte a eventuali, future emergenze. E non, invece, mirato solo a risolvere le problematiche di questo specifico momento storico.

Il colloquio con il rettore: i motivi della fretta

Il prossimo colloquio è previsto per il 4 maggio. Abbiamo convocato questo presidio, perché già oggi si svolgerà il Coreco – ricorda il rappresentante degli studenti di Firenze –. Domani ci sarà poi il Senato accademico e il 30 il consiglio d’amministrazione. Chiediamo quindi che il rettore ci ascolti da subito, perché il 4 maggio sarà una data ormai inutile per prendere decisioni. Tutte le decisioni effettive, infatti, saranno prese adesso“.

E, come detto, gli studenti non pensano solo a tasse e didattica, ma anche alle strutture che le università di Direnze offrono loro: “È chiaro che gli investimenti strutturali li abbiamo sempre chiesti e i nostri poli non sono sicuri. Bisogna investire sulle strutture da subito, creare poli sicuri al di là della pandemia“.

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