Non c’è pace per Windows 11. L’ultimo sistema operativo di casa Microsoft, infatti, è finito nel mirino di esperti e utenza per la poca immediatezza del suo utilizzo. Nel frattempo, però, è arrivata una ulteriore grana. Che riguarda, stavolta, l’annosa questione della concorrenza sleale.
Ad avviare le recriminazioni verso Microsoft è stato Jon von Tetzchner, cofondatore di Vivaldi Technologies. Quest’ultimo addirittura ha chiesto l’intervento dell’Unione europea allo scopo di bloccare Windows 11. L’accusa è di comportamento anticoncorrenziale. Ma è fondata? E soprattutto, esiste il reale rischio che il sistema operativo sia effettivamente bloccato? Facciamo il punto sulla situazione.
Windows 11: “comportamento anticoncorrenziale” di Microsoft? Cosa c’è dietro
Il tutto nasce da una delle novità che Microsoft ha inserito in Windows 11. Qui, infatti, la scelta del browser predefinito risulta semplificata rispetto al passato. Già quattro mesi fa, però, Vivaldi Technologies aveva osservato come tale miglioria, in realtà, costringesse di fatto gli utenti a utilizzare massicciamente il solo Edge come browser predefinito (al posto, per esempio, di Google Chrome o Mozilla Firefox).
Secondo Vivaldi Technologies, Microsoft starebbe abusando della sua posizione dominante nel mercato dei sistemi operativi per aumentare su Windows 11 l’utilizzo del browser di sua proprietà, cioè appunto Edge. Deselezionare quest’ultimo, infatti, sarebbe molto più macchinoso che in passato. Di fatto, per ogni tipo di file e protocollo è ora necessario indicare il browser di propria scelta. Altrimenti il sistema fa partire Edge.
Non si tratta certo dell’unica problematica che Windows 11 presenta: persino spegnere il pc, con il nuovo sistema operativo, è un’operazione non così automatica. Il nodo della scelta del browser, tuttavia, sembra essersi allentato grazie all’aggiornamento KB5011563. Tramite quest’ultimo, infatti, grazie al “solo” clic sul pulsante “Imposta predefinito” è possibile associare i file .htm e .html ad un altro browser. Per procedere, quindi, occorre giusto un po’ di dimestichezza con le impostazioni di un qualsiasi sistema operativo, software o anche solo app. In presenza di questa, l’operazione è decisamente semplice e immediata.
Caso risolto, insomma? Non del tutto. Lo stesso Jon von Tetzchner, infatti, ritiene che Microsoft non abbia agito pensando alla maggior parte della sua utenza. “L’intervento dovrebbe riguardare tutti gli utenti, non solo per quelli che sono tecnicamente abbastanza competenti da rendersi conto che devono installare un aggiornamento facoltativo“, ha affermato il CEO di Vivaldi Technologies. Secondo cui, addirittura, l’aggiornamento di Windows 11 è solo un espediente per evitare un’indagine europea per comportamento anticoncorrenziale.