Oltre il “ritorno al futuro”. Meta, re-brand dell’azienda che fino a pochi mesi fa era nota come Facebook (e che possiede, oltre al social network che ha mantenuto il nome Facebook, anche Instagram e WhatsApp) starebbe sviluppando una particolare tecnologia che avrebbe del rivoluzionario. Quest’ultima renderebbe possibile tracciare i movimenti degli occhi e le espressioni del viso durante la navigazione nel metaverso, la “prossima frontiera” di internet. A rivelarlo, citando alcuni brevetti consultati in esclusiva, è il Financial Times.
Tracciamento oculare per profilare gli utenti: cosa dice il brevetto
I reporter del FT, infatti, hanno scoperto riferimenti precisi a una tecnologia di “tracciamento oculare”, da utilizzare almeno sulla carta per rendere migliore l’esperienza visiva di un VR headset (l’apparecchiatura audio-video per la realtà virtuale). Una sorta di “potenziamento grafico”, insomma.
Uno dei brevetti analizzati specifica, nel dettaglio, come i sensori presenti nell’headset siano in grado di tracciare le espressioni facciali perché ad esse “si adattino contenuti multimediali”. Espressione piuttosto vaga, che lascia intendere utilizzi anche per fini pubblicitari.
Meta frena le supposizioni: “Non tutti i brevetti si concretizzano nella realtà”
C’è comunque da dire che non tutti i brevetti depositati corrispondono poi a qualcosa che effettivamente entrerà a far parte della vita di tutti i giorni. E la stessa Meta prova a frenare ogni possibile supposizione. “Non commentiamo le questione brevetti – ha dichiarato un portavoce dell’azienda al Financial Times -. Né le motivazioni che ci spingono a depositarli. Ma chiariamo subito che non rappresentano necessariamente le tecnologie usate in prodotti o servizi. Non tutti trovano concretizzazione nella realtà“.
Eppure l’impressione che tutto ciò sia studiato per ampliare l’esperienza a livello di pubblicità, personalizzandola all’estremo utente per utente, è forte. Tanto che, proprio al Finalcial Times, il Global affairs chief di Meta Nick Clegg aveva fatto cenno, in una recente intervista, al tracciamento oculare, definendolo importante per “capire se e come reagiscono gli utenti davanti a un’inserzione pubblicitaria“.