Con un po’ di ritardo, Immuni si prepara ad arrivare. L’app di contact tracing scelta dal governo italiano, sarà disponibile tra 10/15 giorni e aiuterà a tracciare le persone contagiate dal coronavirus. Lo ha annunciato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri nel corso di un’intervista a Radio 24. Nel frattempo, il ministero dell’Innovazione ha pubblicato il codice sorgente del software su Github, la stessa piattaforma sulla quale Luca Ferrari, uno dei fondatori di Bending Spoons, aveva caricato le specifiche tecniche sul funzionamento dell’app lo scorso 16 maggio. Risale al 20 maggio, invece, il rilascio dell’aggiornamento dei software di Google e Apple, pensato per migliorare la comunicazione tra dispositivi Android e iOS tramite Bluetooth, necessaria per il buon funzionamento delle app di contact tracing.
Come funzionerà Immuni
Il codice sorgente di Immuni conferma che l’applicazione seguirà il modello decentralizzato di Google e Apple. Tutti i dati raccolti saranno salvati sui singoli dispositivi e non verranno archiviati in un server centrale. Le informazioni saranno condivise con le autorità sanitarie solo se gli utenti daranno il via libera. Esclusivamente in questo caso i dati saranno registrati in un server centrale, gestito da Sogesi, dal quale dovranno comunque essere cancellati entro dicembre 2020. Come già annunciato, l’app non traccerà gli spostamenti e si limiterà a “prendere nota” dei contatti tra smartphone. Tutti i cittadini potranno scegliere liberamente se scaricarla o no e anche il suo utilizzo sarà del tutto facoltativo. La condivisione dei dati raccolti avverrà solo previa autorizzazione del possessore dello smartphone.
Sala: “L’app da sola non serve a niente”
Parlando dell’app Immuni, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha spiegato che da sola “non serve a niente”. “Servono i tracciatori, cioè migliaia di persone che prendono ciò che la app segnala, lo decifrano e da ciò permettono di intervenire. All’estero ne stanno assumendo a migliaia, da noi non se ne parla. Come si parla ancora poco di test e tamponi”. Sala ha invitato a spostare il dibattito pubblico dalla movida agli strumenti necessari per affrontare l’emergenza sanitaria.