Coronavirus, è la “Fase-Aperitivo”?
La movida inizia a far paura

“Non è ancora tempo di party e movida”, aveva dichiarato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’Informativa in Aula alla Camera sulla Fase 2. Un’indicazione che sembra non essere stata recepita dai moltissimi giovani che nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 maggio hanno affollato le strade delle principali città italiane.

La movida a Milano, Brescia e Roma

A Milano, nel primo venerdì successivo alle riaperture del 18 maggio si sono creati degli assembramenti fuori dai locali di Via Moscova e corso Garibaldi del tutto simili a quelli che caratterizzavano i weekend precedenti all’emergenza Covid-19. Situazioni simili si sono verificate anche a Brescia. Nel corso della serata, la situazione in piazza Arnaldo è diventata sempre più ingestibile, tanto da indurre l’amministrazione comunale a limitare l’area. La chiusura delle discoteche non ha fermato la movida di Roma. Da Ponte Milvio a Trastevere, una fiumana di giovani ha riempito le strade della Capitale e in men che non si dica si sono verificati degli assembramenti. I più grandi sono stati osservati a piazza San Calisto, a piazza Trilussa e in vicolo del Moro. Su Instagram non sono mancati i post di stupore e amarezza dettati dalla situazione.

La situazione a Palermo e Bari

Pochi giorni fa, a Palermo centinaia di giovani si sono incontrati nella zona del mercato La Vucciria e anche in questo caso le misure di sicurezza sono state ignorate. Nelle “cartoline” che arrivano dal capoluogo siciliano si notano distanze di sicurezza non rispettate e poche mascherine. Anche a Bari si sono verificati numerosi assembramenti e in un’intervista a Repubblica il comandante della polizia locale, Michele Palumbo, ha definito “incontrollabili” gli abitanti più giovani della città. Testimonianze analoghe arrivano da molti altri comuni italiani, tra cui Torino, Savona e Verona.

Le reazioni dei sindaci

Su Facebook il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha annunciato dei controlli più severi per bar e locali. “Capisco il bisogno di svago, ma abbiamo un problema. Per questo fine settimana ci saranno più pattugliamenti e multe più salate, ma anche la possibilità di chiusura per i locali che non rispetteranno le regole”, ha spiegato il primo cittadino sul social. Anche il sindaco di Brescia Emilio Del Bono ha annunciato dei provvedimenti. “Oggi firmerò ordinanza di chiusura serale di piazza Arnaldo, dove si sono verificati troppi assembramenti nonostante la presenza significativa della Polizia locale. Quindi è bene dare un segnale chiaro. In settimana si definirà con i gestori dei locali e con l’ausilio della Questura la gestione della piazza e delle vie limitrofe durante la sera”.

“Non vogliamo uccidere il mood, ma il virus”

Parlando degli assembramenti a Palermo, il sindaco Leoluca Orlando ha auspicato che non si ripetano altre situazioni simili, potenzialmente in grado di far precipitare la situazione anche in una città che finora ha goduto di una certa “sicurezza”. Ancora diverso l’approccio scelto da Antonio Decaro. “Non vogliamo uccidere il mood. Vogliamo uccidere il virus”, ha dichiarato il sindaco di Bari citando il rapper italo-tunisino Ghali. “Molti hanno dimenticato che la movida, oggi, è un terribile alleato del Covid-19. È per questo che intensificheremo i controlli anti-assembramento nelle zone della movida cittadina”. Il primo cittadino ha poi invitato i giovani alla responsabilità e al rispetto delle regole.

Baristi in difficoltà

Anche per i gestori dei locali si sta rivelando complicato far fronte al comportamento degli avventori. A Savona, vari titolari sono stati costretti a richiamare dei gruppetti di ragazzi poco interessati a indossare la mascherina e a rispettare la distanza di sicurezza. Rimproveri che in molti casi sono stati ignorati o accolti con degli insulti. Per evitare la chiusura del suo locale, il “Birrò”, Erminio Peroni ha assunto assieme a tre colleghi degli steward incaricati di spiegare ai giovani come comportarsi. Evitare gli assembramenti all’esterno del disco pub sembra però un’impresa impossibile. A Perugia, il bar Dadano è stato chiuso per “responsabilità oggettiva” dopo che si è verificata una rissa nelle sue vicinanze. “Siamo baristi, non vigilanti”, hanno fatto notare i proprietari del locale in un post su Facebook nel quale hanno espresso la loro irritazione. In generale, per baristi e ristoratori non è semplice far rispettare le regole ed è per questo che molti di loro chiedono dei controlli più severi.

Impostazioni privacy