“Binge gaming” è un fenomeno sempre più tristemente diffuso, oltre che un termine a cui ci stiamo fatalmente abituando anche in Italia. In inglese, la prima parola indica una vera abbuffata, che porta fino all’indigestione. La seconda, ovviamente, il dedicare il proprio tempo libero (non di rado per ore intere) ai videogiochi. Fino a conseguenze che in molti casi diventano estreme.
Già un anno fa il rapporto “State of Online Gaming” di Limelight Networks aveva lanciato l’allarme sul binge gaming, con numeri che nel frattempo sono cresciuti ulteriormente. Nel 2020, anno dell’esplosione della pandemia e del conseguente lockdown, il tempo medio trascorso davanti ai videogiochi era cresciuto infatti del 7% per gli utenti rispetto all’anno prima. Si parla di una media a livello mondiale di 4 ore e 36 minuti consecutivi di gioco.
Il Telefono Azzurro ha intanto presentato all’Università Bocconi di Milano i risultati di un sondaggio di Doxa Kids. Qui emergono numeri ancora più allarmanti. Oltre la metà dei giovani (il 53%) trascorre sui videogiochi online più di un’ora al giorno. Ma il binge gaming vero e proprio riguarda chi arriva fino alle tre ore (un altissimo 47%), da quattro a sei (12%) e chi addirittura ammette di non scollegarsi mai (4%). E per il 71% di loro il lasso di tempo è aumentato negli ultimi due anni, quelli dell’emergenza Covid.
Un tema inevitabilmente da trattare in occasione del Safer Internet Day, giornata internazionale istituita dalla Commissione europea per rendere il Web un luogo più sicuro per i più giovani. Il binge gaming, infatti, influisce pesantemente sulla vita quotidiana. Nel 2020 i giocatori hanno deciso di rinunciare al sonno (45,8%), alla doccia (19,8%) e al cibo (6,6%) pur di non scollegarsi. Ma altre pesanti conseguenze riguardano insidie se possibile ancora più subdole.
Si passa dalla piaga del cyberbullismo agli attacchi informatici, senza dimenticare i rischi legati all’uso eccessivo dei social. Ci sono in circolazione dei malware che possono danneggiare i dispositivi utilizzati, “prendere in ostaggio” i file dell’utente e chiedere un riscatto o persino raccogliere informazioni sull’attività online. Un vero e proprio incubo, affrontabile senz’altro tramite l’installazione di un efficace antivirus. Ma la piaga del binge gaming è anche e soprattutto sociale. Ecco perché il Centro di Ascolto di Telefono Azzurro ha messo a disposizione il Servizio 114 Emergenza Infanzia. Che, nel 2021, ha gestito 192 casi con problematiche relative a Internet.
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