Nelle ultime settimane, l’aumento dei prezzi della benzina è stato uno dei principali argomenti di conversazione degli italiani. I rincari, legati alla guerra in Ucraina e ad altri fattori, hanno generato parecchio malumore, soprattutto tra alcune categorie di lavoratori. Di fronte a questa situazione, il governo ha scelto di intervenire e con un decreto legge ha ridotto le accise sulla benzina e il gasolio, facendo calare il prezzo di 25 centesimi al litro.
Prima di questo intervento, molti italiani hanno cercato dei modi più o meno affidabili per risparmiare sulla benzina. C’è chi ha fatto di necessità virtù, puntando tutto sul carpooling. Altri hanno preferito approfittare del clima di rabbia e confusione per escogitare una qualche truffa. Su WhatsApp ne è circolata una piuttosto insidiosa, che potrebbe aver colto alla sprovvista gli utenti meno sospettosi. Scopriamo qual è e cosa bisogna fare (o evitare) nel caso in cui qualcuno ce la inoltri.
Il falso buono benzina che mette a rischio la privacy
Ecco cosa si legge nel testo della truffa: “Da oggi tutte le stazioni regaleranno 10.000 buoni benzina da 100 € per protesta contro il governo e la guerra. Qui è sotto è spiegato come ricevere uno dei buoni, prima che finiscano”.
Cliccando sul link presente nel messaggio non si ottiene il buono promesso, ma si finisce su una scheda da compilare con le proprie informazioni personali. La Polizia postale invita a cestinare il messaggio non appena lo si riceve, senza aprire i collegamenti ipertestuali o gli eventuali allegati. È il modo più efficace e sicuro per evitare di farsi rubare i dati personali e bancari. Lo sportello di Federconsumatori di Palermo ha ricevuto alcune segnalazioni da parte dei cittadini che si sono imbattuti nella truffa.
Lillo Vizzini di Federconsumatori sottolinea che, come ovvio, il buono promesso non esiste e che la truffa era già stata segnalata dal sito Bufale.net. L’esperto sottolinea che nel recente passato sono già circolati altri contenuti volti a ingannare gli utenti, tra cui un sms (apparentemente invitato dal ministero della Salute) che informa della clonazione del Green Pass e invita a scaricarne uno nuovo seguendo un apposito link.
“È essenziale sapere che richieste attendibili di dati personali e bancari non perverranno mai attraverso il telefono, la posta elettronica, sms o messaggi WhatsApp”, avvisa Vizzini. L’invito è sempre quello di eliminare subito questi contenuti, ignorando eventuali link o allegati. In caso di eventuali dubbi è bene rivolgersi a un’associazione di consumatori.