[scJWP IdVideo=”pLhwmRDj-Waf8YzTy”]
“La delega allo Sport? Serve una persona competente e preparata: se non arriva qualcuno che sa perfettamente di cosa stiamo parlando, che non ha conoscenza e competenza del mondo dello sport, per quanto possa essere preparata e intelligente su altri settori temo che impiegherebbe mesi per entrare nel ruolo“. Così Giovanni Malagò, presidente del Coni, al termine della riunione della Giunta (la numero 1.111 nella storia del Comitato Olimpico) svoltasi nella mattinata di martedì.
Malagò: “Grandi eventi da affrontare, da Tokyo a Milano-Cortina”
Lo spunto di conversazione con il numero uno dello sport italiano deriva dall’assenza, almeno per il momento, di una delega di riferimento per il settore nella squadra di Governo presieduta da Mario Draghi. Nel Governo Conte II era invece Vincenzo Spadafora a detenere la delega specifica.
Per Malagò è necessario muoversi rapidamente per trovare un nuovo punto di riferimento: “Tra meno di cinque mesi siamo a Tokyo, tra meno di un anno a Pechino e l’organizzazione di Milano-Cortina ha tutta una serie di sfaccettature da affrontare”.
“Mondiali 2030? Solo se facciamo sistema”
[scJWP IdVideo=”Kbe6RzWo-Waf8YzTy”]
Consequenziale la domanda su una possibile candidatura dell’Italia ad ospitare i Mondiali di calcio nel 2030. Malagò preferisce, però, non guardare troppo in là: “La possibilità che l’Italia ospiti la Coppa del Mondo è un argomento che deve interessare la Figc. Queste cose si riescono ad ottenere solo se facciamo sistema, e lo devono fare Federazione, Coni e Governo. L’iniziativa di partenza deve arrivare da quest’ultimo, il resto si deve provare a fare insieme. Anche per l’attività di lobbying”.
Il presidente del Coni su Schwazer: “Coni e Fidal in piena sintonia”
[scJWP IdVideo=”L4pi3inj-Waf8YzTy”]
Malagò non ha parlato soltanto di politica dello sport. Il presidente del Coni non si è infatti nascosto alla domanda sulla sentenza di assoluzione, da parte del Gip di Bolzano, di Alex Schwazer, il marciatore squalificato nel 2016 per un presunto caso di doping.
A seguito della sentenza del tribunale altoatesino, il numero uno dello sport italiano ha commentato: “Credo che se esista una possibilità tecnico-giuridica di riabilitare sportivamente Alex Schwazer è giusto che l’Italia e gli organi sportivi che la rappresentano lo facciano presente a chi di competenza. Sia il Coni che la Fidal sono in piena sintonia”.