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Il 23 gennaio 2021 Silvio Gazzaniga avrebbe compiuto 100 anni. L’artista milanese, scomparso all’età di 95 anni il 31 ottobre 2016, è ricordato come il ‘papà’ del trofeo assegnato ai vincitori della Coppa del Mondo di calcio, un’opera realizzata nel 1971 e vinta, per la prima volta, dalla nazionale della Germania Ovest nel 1974. L’attuale detentore del trofeo è la Francia, che ha vinto il Mondiale nel 2018. L’Italia, che in precedenza aveva vinto la Coppa Rimet nel 1934 e nel 1938, avrebbe poi conquistato il trofeo firmato da Gazzaniga nel 1982 e nel 2006.
Nella carriera artistica di Silvio Gazzaniga, lunga quasi 80 anni, il calcio ha avuto un ruolo centrale: i trofei dell’Europa League (fino al 2009 Coppa UEFA), della Supercoppa Europea e dell’Europeo Under 21 sono altre sue creazioni. Non bisogna però dimenticare anche altre numerose opere scultoree e medaglistiche a tema religioso, storico, commemorativo e relative ad altri sport.
A raccontare, non senza commozione, alcuni retroscena dell’opera più conosciuta di Silvio Gazzaniga è il figlio Giorgio: “Mio padre incorporò in un oggetto figurativo l’arte del Novecento – racconta -. Voleva che esprimesse in una sola immagine tutta la gioia di avere il mondo fra le mani. Quando, partecipando al concorso indetto dalla FIFA, si rese conto che il solo bozzetto non bastava perché si apprezzasse appieno l’idea che aveva avuto, fece partecipare alla competizione l’oggetto già finito“.
La comunicazione della vittoria arrivò da Zurigo: la FIFA aveva trovato il nuovo trofeo da assegnare alla nazionale campione del mondo, dopo che nel 1970 il Brasile aveva definitivamente conquistato quello della Coppa Rimet. “La comunicazione definitiva della vittoria del concorso arrivò però solo a novembre del 1971 – ricorda Giorgio Gazzaniga -. Poi ci furono altre tappe in questa sorta di scala della gioia, che ebbe il suo culmine nel 1974, quando il trofeo fu sollevato per primo da Franz Beckenbauer“.
“Quest’anno oltre al centenario della nascita di mio padre, si festeggia anche il cinquantesimo compleanno della sua creatura, la Coppa del Mondo – spiega ancora il figlio dell’artista –. Mi rendo conto che arriverà il giorno in cui non la useranno più. Ma rimarrà comunque un’icona nelle pupille di un miliardo di persone“.
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