Serie A alla Fase 2: CR7 e la Juve tornano in campo

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Cristiano Ronaldo è tornato alla Continassa, la casa della Juventus. Il campione portoghese, dopo le canoniche due settimane di quarantena a seguito del ritorno dal Portogallo, ha così potuto riprendere gli allenamenti (rigorosamente individuali per le restrizioni anti-coronavirus) all’interno del centro sportivo di proprietà del club piemontese. Fuori dal cancello anche qualche tifoso con mascherina bianconera ma nessun assembramento.

CR7 mancava alla Continassa dall’8 marzo

Ronaldo mancava in casa Juve dallo scorso 8 marzo: dopo l’ufficializzazione dello stop al campionato di Serie A CR7 aveva deciso di trascorrere a Funchal, capitale dell’isola portoghese di Madeira, il periodo di lockdown per stare vicino alla sua famiglia e in particolare alla madre Maria Dolores dos Santos Aveiro, colpita pochi giorni prima da un ictus fortunatamente senza gravi conseguenze. Durante la permanenza in Portogallo, Cristiano Ronaldo aveva avuto anche modo di utilizzare il campo di calcio della squadra locale per allenarsi, anche se in completa solitudine viste le regole imposte in terra lusitana.

Quattordici giorni fa Ronaldo aveva fatto rientro a Torino in vista della ripresa degli allenamenti e del campionato di Serie A. Come imposto a tutti i calciatori tornati dall’estero, CR7 ha affrontato le due settimane di quarantena obbligatoria prima di tornare, questa mattina, ad allenarsi secondo le regole vigenti. Dopo Ronaldo è arrivato anche il tecnico della squadra bianconera, Maurizio Sarri. Prima di loro avevano già varcato la soglia della Continassa per gli allenamenti altri calciatori della Juventus come l’uruguaiano Rodrigo Bentancur e il capitano Giorgio Chiellini.

Ripresa Serie A ancora lontana

Nel frattempo, sul fronte ripresa, arriva un ulteriore slittamento rispetto alla prima stima secondo la quale il campionato sarebbe ricomunciato il 13 giugno. È soprattutto il protocollo sanitario a dividere il mondo del calcio e il governo. A tal proposito, nella giornata di lunedì, il vicepresidente dell’Aic Umberto Calcagno aveva dichiarato: “I calciatori non vogliono giocare a tutti i costi. Ci sono punti del protocollo che vanno chiariti come ad esempio la gestione delle trasferte”.

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