L’ufficialità è arrivata da meno di 24 ore ma le domande su quel che sarà dell’area dello Stadio di San Siro, a Milano, si rincorrono rapidamente. E non solo per quel che riguarda il progetto del nuovo impianto approvato da Inter e Milan, cioè quello della ‘Cattedrale’ concepita dallo studio Populous. Ma anche per quanto concerne il futuro del ‘vecchio’ Stadio Giuseppe Meazza, quella Scala del Calcio che, nelle intenzioni dei due club meneghini, rappresenterà il passato.
Vecchio San Siro, la demolizione (se ci sarà) non sarà totale
Come specificato dalle due principali società calcistiche di Milano, la decisione è arrivata a seguito della delibera del Comune dello scorso 5 novembre, che conferma la manifestazione di pubblico interesse. E che, tra le altre cose, prevede una riconfigurazione dell’area sulla quale sorge lo stadio.
Nel testo del comunicato di Inter e Milan, la parola demolizione non è mai utilizzata. Si parla esclusivamente di quello che sarà, non di ciò che c’è adesso. Ma secondo le ipotesi trapelate nel corso dei mesi, il vecchio Meazza resterà in piedi almeno fino ai Giochi Olimpici invernali del 2026. Quando si celebrerà, tra l’altro, il centenario dell’impianto che ha visto nascere, crescere e affermarsi alcuni tra i più grandi campioni del calcio.
Uno stadio che, oltre al pallone nostrano, ha anche ospitato altri storici eventi sportivi (come la sfida fra Italia e Nuova Zelanda di Rugby del 2009, che portò sugli spalti 80mila spettatori), nonché concerti di artisti di spicco a livello internazionale.
Dopo il 2026, l’idea che si è fatta largo più di altre riguarda la parziale demolizione del vecchio impianto. Parti dell’odierno stadio dovrebbero essere dunque utilizzate nella creazione del nuovo distretto dedicato allo sport e al tempo libero promesso da Populous. E voluto dal Comune per rilanciare il quartiere San Siro.
Nostalgia canaglia (?)
Comunque andrà a finire, l’unica cosa certa è che uno dei simboli della città di Milano cambierà volto. Salvo, naturalmente, ribaltoni che però avrebbero davvero del clamoroso. Naturalmente, poi, non manca la diatriba fra i ‘progressisti’ e i ‘nostalgici’. A sostegno del nuovo progetto c’è chi, ad esempio, cita i moderni stadi inglesi (alcuni dei quali progettati proprio da Populous, come quello di Wembley o il nuovo stadio del Tottenham), esempio di efficienza e capaci di non far rimpiangere la tradizione.
Dall’altra parte c’è invece chi spera ancora che l’impianto attuale possa restare in piedi, e teme che una demolizione, totale o parziale che sia, possa spegnere i ricordi di cent’anni di emozioni. Però, se proprio l’esempio inglese ha insegnato qualcosa, non è detto che anche i più agguerriti sostenitori del vecchio Meazza non possano cambiare idea. Benché sia molto presto per emettere giudizi, che si sostenga l’una o l’altra ‘fazione’.
L’ex vicesindaco Corbani: “Ricorso al Tar contro delibera”
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Fra i ‘nostalgici’ c’è anche Luigi Corbani, ex vicesindaco di Milano. Pronto a dare battaglia attraverso l’impegno del comitato ‘Sì Meazza’, da lui stesso rappresentato. “Noi facciamo ricorso al Tar, oltre che un esposto alla Corte dei Conti – ha annunciato -. Andiamo avanti con tutte le nostre iniziative. Ci auguriamo che il Comune di Milano riveda la sua posizione e ritiri la delibera”.
“Si apra un tavolo di trattativa cui noi siamo disponibili a dare dei suggerimenti e a fare delle proposte – ha aggiunto Corbani -. Qualcuno dice anche a farsi carico della gestione del Meazza? Possibile, troviamo degli interlocutori adeguati. Siamo disponibili a risolvere il problema mantenendo il vecchio stadio”.