La rivelazione che arriva sconvolge la Serie A: i tifosi sarebbero coinvolti in questa situazione del tutto sgradevole.
La Sampdoria sta affrontando uno dei momenti societari più difficili per l’istituzione genovese. Il club è sull’orlo del fallimento, dopo che sono stati presi in esami i conti del club. A farlo è stato Eugenio Bissocoli e il quadro che ne è emerso è tanto drammatico quanto confermato: si registrano 200 milioni di euro. A breve scadenza sono esigibili 40 milioni di euro. Per fare un paragone che renda l’idea della gravità della situazione basti pensa che il fallimento del 2002 della Fiorentina arrivò per un debito totale di 14 miliardi delle vecchie lire.
La squadra cerca di continuare a contribuire positivamente con le prestazioni di settimana in settimana, ma la situazione non va troppo meglio: il club è penultimo in classifica ed è reduce da 4 sconfitte e 1 pareggio nelle ultime cinque sfide. Da qualsiasi prospettiva la si osservi, la situazione risulta essere davvero drammatica.
D’altronde, alle spalle della Sampdoria ad oggi non esiste una proprietà che possa con mezzi propri intervenire rispetto alle esigenze del club e anche il valore stesso della rosa dei giocatori non consentirebbe attraverso delle cessioni di ricoprire la situazione debitoria. Il valore del parco dei calciatori arriverebbe secondo le prime stime a massimo 40 milioni di euro. Qualora le banche decidessero di esigere i crediti, la situazione potrebbe essere irrecuperabile.
Serie A, Sampdoria sull’orlo del fallimento: la lettera di Ferrero ai tifosi
In questo triste scenario è intervenuto Massimo Ferrero. L’ormai ex proprietario della Sampdoria a ‘La Gazzetta dello Sport’ ha inviato un messaggio ai tifosi blucerchiati. Da parte di questi ultimi il produttore cinematografico è ritenuto il colpevole dell’inizio dell’incubo a causa del suo arresto e previamente della gestione finanziaria del club. Per cui ne sono derivate minacce, alle quali l’imprenditore ha risposto sul quotidiano: “Basta minacciarmi, non lo dico perché ho paura. Ho 70 anni, mi volete uccidere? Sono un morto che cammina. Vedere la Sampdoria così mi ha già ucciso. Per favore, no violenza”.
Poi ha avanzato l’inattesa proposta di andare allo stadio e assistere a un match in gradinata, “così se esco vivo significa che abbiamo fatto pace, altrimenti esco in barella come volete voi”. È parsa quasi una sfida lanciata ai tifosi, che tra l’altro sono ben consapevoli che la famiglia di Ferrero sia ancora azionista di maggioranza del club. “Di pallottole a casa me ne sono arrivare tre, due tre anni fa in una busta che mi diceva che mi uccidevano, e ultimamente me ne è arrivata un’altra che minacciava me e il dottor Garrone. Lui ha perso tantissimi soldi, si è offerto per darci una mano, io sono il primo a dire che lui non c’entra niente e di questo lo ringrazio. Ha già salvato la Sampdoria circa 12 anni fa e si è offerto di farlo anche adesso”, ha concluso Ferrero. Servirà il suo tentativo di rappacificazione? Difficile crederlo.