Prima Franck Ribery, poi (forse) David Luiz. La Salernitana pensa in grande e, con il calciomercato ormai chiuso per quanto riguarda le trattative tra i diversi club, punta ai colpi a sensazione dal mercato degli svincolati. Un’operazione che punta al lustro ma non solo. E che certo non rappresenta una soluzione inedita per la nostra Serie A. Con i precedenti, però, che non aiutano a capire la bontà dell’iniziativa. Visto che nel passato non mancano i boom, ma nemmeno i flop. Alcuni dei quali talmente fragorosi da essere diventati leggendari.
La Salernitana e l’esempio (suo e non solo) del 1998-’99
Partiamo dalla fine, ossia dalla Salernitana. Che ha battuto rivali come Sampdoria e Verona nella corsa a Ribery, stella del calcio mondiale di inizio millennio che da lunedì 6 settembre è da considerarsi un calciatore granata. Ancora non lo è David Luiz, che pure secondo il ‘Corriere dello Sport’ rappresenta più che una mera tentazione. E i campani provano con questi grandi nomi a cercare la prima salvezza della loro storia, alla terza partecipazione in Serie A. Missione che mancarono nel 1998-’99, quando pure portarono a casa operazioni simili. Direttamente dai Mondiali ’98 e dal Metz arrivò il promettente difensore Rigobert Song, poi fu riportato in Italia dai Rangers di Glasgow nientemeno che Gennaro Gattuso. Ma non bastò, alla pari dei prestiti da Juventus e Inter dei campioncini d’Europa Ametrano e Fresi.
Proprio la stessa stagione, il 1998-’99, vide peraltro uno dei migliori acquisti boom di una neopromossa in Serie A. Quantomeno per il peso specifico che riuscì a garantire alla sua squadra. Si tratta di Alvaro Recoba, che il Venezia rilevò a stagione in corso dall’Inter zeppa di campioni (da Ronaldo a Baggio, da Djorkaeff a Zamorano). E l’uruguaiano fu eroe della salvezza, proprio ciò che oggi la Salernitana spera avvenga con Ribery.
I boom delle piccole nella Serie A anni ’60
I migliori acquisti di una neopromossa della Serie A risalgono però probabilmente agli anni ’60. Impossibile non menzionare il Mantova di Edmondo Fabbri. Il “Piccolo Brasile” che nel 1961 si affacciò nel massimo campionato, portando in riva al Po nientemeno che Angelo Sormani. Che, al Santos, era il vice di un certo Pelé. Avrebbe in seguito vinto tutto con il Milan. Nel 1964, invece, l’esordiente Cagliari rilevò dalla Juventus un altro brasiliano. Si chiamava Claudio Olinto de Carvalho, ma per tutti era Nené. Nel 1970 avrebbe contribuito alla vittoria di uno storico scudetto, restando in Sardegna fino al 1976. E la Salernitana di Ribery spera di raccogliere questo genere di testimone.
La verità, però, è che spesso tali operazioni di mercato non hanno generato effetti così benefici. Gli anni ’80 in tal senso sono stati ondivaghi. Per un’Atalanta neopromossa che si regalò Glenn Strömberg nel 1984 o un Verona che nel 1982 addirittura piazzò il trittico Dirceu-Zmuda-Fanna, il contraltare sono le operazioni Cowans-Rideout e Barbas-Pasculli rispettivamente a Bari e Lecce nel 1985. Ma anche futuri campioni come Branco a Brescia nel 1986 o Sensini e Balbo all’Udinese nel 1989. Veri sfaceli sono però arrivati nel trentennio successivo. Esempi alla rovescia, che la Salernitana e Ribery guarderanno con orrore. Oltre che la speranza di non rievocarli.
Occhio, Salernitana: i disastri degli ultimi 30 anni
C’è il caso del Pescara 1992-’93, che si riuscì ad assicurare nientemeno che un fresco campione d’Europa (il danese John Sivebæk) e il capitano dei futuri campioni del mondo nel 1994 (il brasiliano Dunga). Chiuse la stagione ultimissimo, nello stesso anno in cui retrocesse anche il Brescia che si era assicurato Hagi nientemeno che dal Real Madrid. Penultimo era invece l’Ancona, che peraltro un campione del mondo lo aveva in rosa: Oscar Ruggeri. E i marchigiani si ripresentarono in Serie A undici anni dopo, in una rosa tra le più caotiche di sempre. Dal portiere Hedman a Mario Jardel, da Dino Baggio a Helguera, da Rapajc a Ganz passando per bomber di categoria come Poggi, Luiso e Hubner. Il flop fu talmente poderoso da portare al fallimento del club. Male andò anche nel 2001 al Venezia di Bjorklund, nel 2005 al Treviso capace di acquistare Walter Baseggio e nel 2017 al Benevento di Guilherme, Diabaté e Bacary Sagna. Club in cui tutto andò al contrario di quanto la Salernitana auspica. Anche grazie a Ribery.